Joe Biden ha quasi vinto le elezioni, o perlomeno questo è quello che dicono i numeri, a questo punto decisamente a favore del candidato democratico. Anche se alcune piattaforme danno a Biden 264 grandi elettori, altre rimangono più caute e non assegnano ancora gli 11 grandi elettori dell’Arizona. Nel primo caso Biden si posiziona alla distanza di 6 grandi elettori dalla vittoria, nel secondo gliene mancano ancora 17. Donald Trump invece per ora rimane fermo a quota 213 grandi elettori a suo favore.

Gli stati che mancano sono il Nevada, la Georgia, il North Carolina, la Pennsylvania e l’Arizona. Nel Nevada, che ha 6 grandi elettori, Biden è leggermente in vantaggio, di circa 8mila voti, e lo spoglio è attualmente al circa 86%. In Georgia Trump è avanti con un vantaggio di circa 23mila voti, ovvero lo 0.5% in più rispetto a Biden. Lo spoglio è quasi terminato, al 95%. Se dovesse vincere l’attuale presidente, si aggiudicherebbe 16 grandi elettori. In Pennsylvania Trump era ampiamente in vantaggio ieri ma ora il margine si sta assottigliando. Ieri infatti mancavano ancora circa un milione di schede elettorali arrivate per posta. Ora, dai 700mila voti di vantaggio, Trump è sceso a 165mila e lo spoglio continuerà fino domani. Questo stato vale ben 20 grandi elettori. Infine in North Carolina (15 grandi elettori) Trump sembra messo meglio di Biden ma è anche lo stato che accetta i voti per posta arrivati fino al 12 novembre, se inviati entro il giorno delle elezioni. Questo dunque fa sì che non sia esclusa l’eventualità che la situazione resti incerta fino ad allora.

Intanto, mentre Biden pazienta ed esorta a contare ogni singolo voto, Trump chiede di smettere di contare i voti. L’origine della richiesta non è chiara, anche perché se si smettesse di contare ora lui ne sarebbe sicuramente svantaggiato. In un tweet, bollato da Twitter come fake news, il presidente dichiara: “Qualsiasi voto arrivato dopo l’election day non sarà contato”. Le dichiarazioni sembrano essere in contrasto con quanto dichiarato dalla stretta consigliere di Trump Kellyanne Conway che ha detto Fox News: “Hanno passato tre anni a indagare sul presidente, a metterlo sotto impeachment. Non possiamo aspettare tre ore, tre giorni, tre settimane per sapere chi sarà il prossimo presidente, nella nostra grande e forte democrazia?  Che fretta c’è, tutto d’un tratto? Credo che la fretta sia che non c’è stata una “blue wave”. Non si è chiuso tutto in fretta”.

Intanto numerose sono state le proteste che hanno infiammato gli USA nelle giornate post-elettorali, sia anti che pro-Trump. Centinaia di arresti sono stati effettuati a New York, Boston e Minneapolis dove i manifestanti chiedono di “contare ogni voto”. A New York non sono mancati atti vandalici che hanno portato a 20 arresti.