Secondo analisti indipendenti, nonostante la sconfitta alle elezioni, Donald Trump  si è rifiutato di concedere la vittoria e ha in programma di contestare il risultato delle elezioni attraverso azioni legali in alcuni stati come la Georgia, Arizona e Pennsylvania per presunte irregolarità. L’intento è dimostrare,  per ora senza prove, che le frodi diffuse dei Democratici attraverso voti illegali gli sono costate le elezioni.

Persone del suo staff elettorale sono state trasferite dalla Florida alla Georgia dove l’ex membro del Congresso Doug Collins guiderà gli sforzi del riconteggio. In Arizona, il consigliere per la transizione di Trump nel 2016, Kory Langhofer, fungerà da avvocato principale, mentre la Pennsylvania verrà seguita dall’avvocato Ronald Hicks, un partner dello studio legale Porter Wright & Co. Il team legale di Trump include il responsabile della campagna 2020 Bill Stepien, l’avvocato Justin Clark e i consulenti senior Jason Miller e David Bossie.

Sebbene la prevedibile vittoria di Biden in Pennsylvania gli abbia consentito di superare i 270 voti necessari per conquistare la presidenza, i 3 voti del collegio elettorale dell’Alaska sono ancora in palio. Da domani si ricomincerà a contare le schede, comprese quelle per corrispondenza ritenute valide fino al 10 novembre. Mentre la battaglia per il controllo del Senato è rimandata ai risultati del ballottaggio che si terrà a gennaio in Georgia.

L’avvocato personale di Donald Trump, Rudy Giuliani, ha detto, lamentandosi con affermazioni vaghe e infondate, che la sua squadra fornirà le prove di tutti i voti illegali. In particolare  contesta il fatto che gli osservatori repubblicani non sono stati in grado di osservare l’apertura e il conteggio delle schede elettorali ricevute per posta, che sono state ripetutamente l’obiettivo di accuse infondate di frode. Il vicegovernatore repubblicano della Georgia, Geoff Duncan, ha affermato però che il suo ufficio non ha visto esempi credibili di frode elettorale nel suo Stato che è tra quelli in cui Biden detiene un vantaggio.

Trump vuole pianificare una serie di manifestazioni in cui mostrare i necrologi di persone morte autorizzate a votare e reclamizzare altre accuse di frode. Un’operazione mediatica in stile campagna elettorale per contestare il risultato. Ma molti Repubblicani, tra cui l’ex presidente George W. Bush, lo stanno esortando ad accettare la sconfitta perché l’esito delle elezioni è chiaro. Biden è avanti con 43 mila voti in Pennsylvania, 148 mila in Michigan, 34 mila in Nevada e 13 mila in Arizona, con le votazioni ancora in corso. Gli stessi esperti conservatori ritengono che difficilmente riusciranno a superare quei margini. Anche in Georgia e in Wisconsin è improbabile ribaltare il risultato.

Trump potrebbe non ammettere mai di aver perso legittimamente le elezioni e la presidenza. E forse userà gli ultimi giorni in carica per spingere la politica divisiva e alimentare timori di scenari peggiori, come tensioni sociali e la Corte suprema. Potrebbe usare il potere della presidenza per spingere nomine più conservatrici in tribunale, tagliare ulteriormente le tasse e altre misure per ricordare ai Repubblicani il motivo per cui l’hanno votato. Continuerà a ripetere che la presidenza Biden è illegittima e che i Democratici hanno commesso un colpo di stato. Trump andrà certamente via, ma il Trumpismo forse resterà e cercherà di aprirsi una nuova strada per il 2024.

È comunque sorprendente la dimensione internazionale del riconoscimento di Joe Biden come presidente eletto. Le congratulazioni dei leader stranieri fanno parte del processo di conferimento di legittimità politica che ha un peso maggiore del solito, con un presidente in carica che non vuole ammettere di aver perso.

Quando Biden presterà giuramento il 20 gennaio 2021 come presidente, Trump perderà più del semplice Studio Ovale. Rientrerà tra gli “ex leader mondiali” e perderà tutte le protezioni speciali. Forse questo il vero motivo della sua ostinazione. Secondo i media, i leader mondiali stanno “ricambiando il favore” a Trump, dopo i quattro anni in cui il presidente degli USA ha portato importanti sconvolgimenti nella politica mondiale.

Trump non ha ancora rilasciato le sue dichiarazioni dei redditi. Esperti legali affermano che potrebbe affrontare accuse di evasione fiscale sul reddito federale affrontando un procedimento penale promosso dal Dipartimento della giustizia guidato da un nuovo procuratore generale. Il procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance, sta conducendo un’indagine penale su di lui, partita da più di due anni, concentrata sui pagamenti del suo ex avvocato fatti a due donne che hanno affermato di aver avuto rapporti sessuali con Trump, e che ora si è ampliata su frodi bancarie, fiscali e assicurative, nonché sulla falsificazione di documenti. Il procuratore generale di New York Letitia James conduce un’indagine su frode fiscale su Trump e sulla sua azienda di famiglia, la Trump Organization, per valori patrimoniali gonfiati per ricevere facilmente prestiti di denaro e poi sgonfiati per ridurre le tasse sugli immobili. Inoltre Trump deve affrontare anche due cause per diffamazione. Secondo gli analisti, il Partito Repubblicano potrebbe doverlo lasciare andare alla deriva per salvare la propria immagine.