“La più clamorosa delle sconfitte l’ha subita però quell’establishment americano, nel quale si trovano riuniti i poteri forti del Paese alleati con il mondo intellettuale, molto progressista, molto politically correct e che ha la propria punta di diamante nelle università e nei media. Per quattro anni hanno condotto la campagna contro Trump, non volendo riconoscere la sconfitta del 2016, considerando il risultato di allora un’onta per il Paese che andava lavata, un incidente di percorso dovuto all’ignoranza beota di parte degli elettori.

Per quattro anni con atteggiamenti che superavano la critica politica per esondare nell’attacco personale intriso spesso da faziosità si è impostato un confronto nei termini tipici di chi si crede portatore della verità: da un lato il bene (loro), dall’altro il male assoluto (Trump).” (dal CdT odierno)

Tito Tettamanti

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Si legga per intero l’articolo (che riproporremo domenica) con i suoi giudizi equilibrati, ma per nulla compiacenti, e lo si metta a confronto con certe sguaiate e isteriche piazzate sulla carta o in tv. Non nomino nessuno, perché voi li conoscete meglio di me!