Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo comunicato, a commento del voto su “imprese responsabili”.
Malgrado il Canton Ticino si sia espresso con una risicata maggioranza a favore dell’iniziativa «Per imprese responsabili» (54,2% di favorevoli), a livello nazionale l’iniziativa, grazie ai Cantoni, non ha superato lo scoglio delle urne. Questo significa che entrerà automaticamente in vigore il controprogetto approvato in giugno dal Parlamento.
L’iniziativa, come detto e ripetuto, mirava a dei nobili obiettivi: il rispetto dei diritti umani e la tutela delle norme ambientali internazionalmente riconosciute. Ma questi non possono giustificare l’utilizzo di qualsiasi mezzo. Gli strumenti proposti sono stati essenzialmente tre: il dovere di dovuta diligenza lungo tutto la catena di approvvigionamento, la responsabilità per fatti commessi da terzi e l’inversione dell’onere della prova. Toccate dalle disposizioni dell’iniziativa non sarebbero state solo le multinazionali, come sostenuto dagli iniziativisti, ma anche 80’000 PMI. Se già per le prime soddisfare i criteri posti dall’iniziativa sarebbe stato difficile, per le seconde sarebbe stato praticamente impossibile. L’iniziativa, oltre a mancare i suoi obiettivi, avrebbe rappresentato un boomerang sia per i paesi terzi in cui le nostre imprese operano, che per la stessa piazza economica della Svizzera. Tutto questo proprio nel bel mezzo della peggior crisi economica degli ultimi decenni.
La campagna a favore e contro l’iniziativa è stata combattuta con mezzi impari. Gli iniziativisti, paladini di una morale a geometria variabile, hanno organizzato una campagna di dimensioni enormi, basata su informazioni superficiali e travisate, false immagini ed esempi costruiti ad hoc. Non è stato facile sfatare i miti costruiti dagli iniziativisti e far comprendere alle elettrici e agli elettori quale fosse la reale posta in gioco e quanto, una eventuale accettazione dell’iniziativa, avrebbe avuto gravi conseguenze sia nei paesi terzi in cui le nostre imprese operano che in Svizzera. Ma fortunatamente, il popolo non si è lasciato ingannare da un testo dell’iniziativa che non lasciava spazio ad interpretazioni.
Ora entrerà automaticamente in vigore il controprogetto, che ci renderà comunque i primi della classe in materia di diritti umani e tutela dell’ambiente. Il controprogetto convince da un punto di vista tecnico- giuridico, è orientato al futuro e si allinea alle normative europee. Esso si basa su strumenti esistenti a livello internazionale ed evita una regolamentazione speciale da applicare esclusivamente alla Svizzera. Numerose misure preventive, che finora molte imprese hanno implementato solo su base volontaria, diventano un obbligo. La nuova legge, contenuta nel controprogetto crea il desiderato carattere vincolante, senza però lanciarsi in esperimenti unici al mondo.
Marco Martino
Coordinatore del comitato interpartitico cantonale
* * *
La mia opinione può essere riassunta in una riga. Abbiamo vinto ma il risultato è stato disastroso. Quando a Berna (la nostra capitale!) e a Losanna i cittadini votano Sì a 3 contro 1, e a Zurigo, Ginevra e Basilea a 2 contro 1, la batosta è micidiale e la preoccupazione incombente. Forse ha ragione il visionario Dick, questa specie di Profeta liberale-radicale (ha occupato per 22 lunghi anni cariche di primissimo piano per conto del Partito) dal piglio messianico (ma è stato anche procuratore pubblico) quando proclama “la Svizzera sta cambiando”.
Intendiamoci bene, tutto cambia. Panta rei os potamòs, tutto scorre come fiume. Ma importante è la direzione del cambiamento.
“Fortunatamente, il popolo non si è lasciato ingannare da un testo dell’iniziativa che non lasciava spazio ad interpretazioni”. Alla luce delle considerazioni di cui sopra il sospiro di sollievo sembra largamente ottimistico. A Berna (la nostra capitale) 3 cittadini si 4 “si sono lasciati ingannare”, a Losanna 3 cittadini su 4 si sono lasciati ingannare… (eccetera). Certo, loro sono stati abili. Il Profeta in queste cose è fortissimo.
“La campagna è stata combattuta con mezzi impari”. Questo concetto suona davvero bizzarro. Dick ha trovato e speso, è assodato, un pacco di soldi. Ma i giganteschi potentati industriali potevano impiegare, volendo, dieci volte tanto (e mi piace star basso). Se riferita esclusivamente al denaro, la frase suona patetica.
In conclusione e brevità: abbiamo vinto, prendendoci una solenne batosta.
Nota finale. CHI ci ha salvato? Appenzello Interno. Io amo questo cantone!