Il calciatore della Juve ha ottenuto un esame farsa presso l’Università per Stranieri di Perugia. Come dimostrato dalle interecettazioni telefoniche, sono emerse le seguenti frasi, da parte di chi ha organizzato l’esame: “Abbiamo la fortuna che comunque le persone, sempre per la questione Covid-19, non potranno entrare durante l’esame. Questo ci dà una mano.”
Così, l’esame di italiano che Luis Suarez ha svolto lo scorso settembre a Perugia si è rivelato combinato, come scoperto dalle indagini delle Fiamme Gialle di Perugia coordinate dalla Procura.
Nel caso, sono stati coinvolti anche la rettrice, il direttore generale dell’Università per stranieri di Perugia e Fabio Paratici, il dirigente della Juventus. Paratici, che viene definito il dirigente più potente del mondo, ha ricevuto un avviso di garanzia, figurando coinvolto nelle intercettazioni.
Nelle intercettazioni, la Juventus sollecita, si contratta che l’esame debba esser semplice (“Dobbiamo fargli una roba da principianti”); Olivieri parla con l’avvocato Turco e constata che: “Deve esserci un tempo credibile per organizzare il corso”.
Poi, per via del Covid, l’esame si tiene a porte chiuse, giovedì 17 settembre. Successivamente, il direttore generale dell’Università per Stranieri di Perugia telefona all’avvocato Turco e l’esame ufficialmente si terrà in un’unica sessione, unendo scritto e orale.
Il calciatore non conosce la lingua italiana, così in uno scambio di messaggi su WhatsApp, la Juve segnala la necessità che Suarez ottenga la cittadinanza italiana e ci scherza su: “ogni gol che segnerà sarà un po’ mio”.
Successivamente, si spiega che Suarez deve memorizzare le parti dell’esame: gli è stato mandato in anticipo il testo della prova.
“Te pare che lo bocciamo?” tranquillizza uno dei membri.
Alla fine, però, si concorda che Suarez debba ottenere il B1 perché anche se non sa una parola d’italiano “10 milioni a stagione non possono saltare perché non ha il B1″.
Alla fine, il fatto viene scoperto, l’esame di italiano del calciatore attira l’attenzione delle forze dell’ordine, Fabio Paratici, uno dei vertici della dirigenza della Juventus, viene iscritto nel registro degli indagati.
L’avvocato Cesare Di Cintio, esperto in diritto sportivo, spiega tuttavia che “Si tratta di una comunicazione a un indagato e al momento il reato riguarda false dichiarazioni al pm, che è un titolo di reato diverso da quello contestato ai vertici dell’Università. Siamo quindi in fase di indagine e sarebbe prematura qualsiasi tipo di previsione”.
La Juve, pertanto, rischia dall’ammenda all’esclusione dal campionato, perché la FIGC sanziona disciplinarmente le condotte di dirigenti e società che falsificano certificazioni per ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi contravvenendo le norme in materia di ingresso e tesseramento di stranieri in Italia”.
Per adesso, quindi, il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha sospeso per otto mesi dall’esercizio del pubblico ufficio la rettrice dell’Università per Stranieri di Perugia Giuliana Grego Bolli; e il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza le ha notificato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva.
Lo stesso provvedimento è stato attuato nei confronti del direttore generale Simone Olivieri, della professoressa Stefania Spina e del componente della commissione “Celi Immigrati”, il professor Lorenzo Rocca.