Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz aveva annunciato a novembre che voleva seguire le orme della Slovacchia sottoponendo a test di massa, su base volontaria e gratuiti, la sua popolazione per limitare le infezioni e aiutare e prevenire lunghi periodi di blocchi in futuro. Il secondo blocco, dopo quello nazionale da metà marzo a metà aprile, è stato introdotto in ritardo il 17 novembre dopo l’aumento delle infezioni giornaliere. La prossima settimana è prevista la riapertura dei negozi visto il dimezzamento dei casi.

È stato creato un sito web speciale per consentire alle persone di registrarsi per effettuare il test. Le nove province austriache, responsabili delle questioni sanitarie, non sono state informate però tempestivamente e il sistema di registrazione online impostato frettolosamente ha avuto qualche problema tra la registrazione dei dati e la risposta dell’esame.

L’idea è di garantire un po’ di sicurezza e cercare di uscire dal blocco in tempo prima delle vacanze di Natale, quando le famiglie si incontrano. I test sono stati così anticipati per sottoporre milioni di persone entro il 13 dicembre, in modo da evitare che molti si rifiutassero di rispettare i giorni di quarantena proprio a ridosso del periodo natalizio in caso di esito positivo.

Nella provincia di Vienna e in quelle occidentali del Vorarlberg e del Tirolo, sono iniziate ieri di prima mattina le operazioni di controllo autorizzate dalle autorità sanitarie e gestite dall’esercito. Presso il solo Messe Wien Exhibition Congress Center, i militari austriaci hanno allestito una struttura con 170 corsie di prova per una capacità di oltre 10 mila test rapidi al giorno. Agenti di polizia e insegnanti sono in prima fila per ricevere il test, poi sarà il turno dei residenti nei distretti con elevati numeri di casi di coronavirus. infine il resto della popolazione la settimana prima di Natale e all’inizio del nuovo anno.

L’esame non richiede apparecchiature speciali da laboratorio e viene eseguito facilmente in pochi minuti con un tampone nasale e un bastoncino per il prelievo di saliva. Con il tampone viene effettuato il test molecolare evidenziando l’acido nucleico (RNA), mentre con il bastoncino (meno invasivo) si effettua la ricerca della frazione proteica chiamata “Spike” della superficie virale che funge da antigene, posta sulla superficie a spunzoni del coronavirus. Saliva e muco vengono inseriti in un flacone insieme ad un liquido che permette il passaggio di una striscia di cartoncino che cambia colore perché sono presenti anticorpi artificiali che si legano con gli antigeni del coronavirus. Il cambio di colore significa che gli anticorpi si sono attivati e che quindi la persona che si è sottoposta all’esame ha l’infezione in corso e viene messa in quarantena.

La capacità totale nelle tre sedi viennesi è progettata per un massimo di 150 mila test al giorno. A parte il Municipio, sede particolarmente popolare, che era al completo, questo risultato che non è stato raggiunto né ieri né oggi. Circa 24 mila le persone che si sono iscritte al test il primo giorno. Il comune di Vienna ha annunciato quindi oggi una modifica alle regole di accesso ai test presso il centro fiere, consentendo alle persone registrate online di portare con sé i propri familiari senza ulteriore registrazione per l’appuntamento.

A Vienna, il tasso positivo del primo giorno è stato dello 0,16%. “Un risultato degno di nota con 24 mila test”, ha dichiarato il consigliere comunale assessore alla sanità Peter Hacker, confermando anche che il funzionamento del sistema IT utilizzato dalle forze armate sarà di nuovo al 100% nei prossimi giorni.

La competenza e la procedura per i test sono divise tra varie istituzioni: dalle forze armate all’Associazione Samaritana e alle autorità sanitarie. Hacker ha elogiato il processo dei test di massa. “Sono davvero molto soddisfatto, soprattutto per quello che succede in loco. L’interazione tra le varie organizzazioni funziona davvero in modo esemplare”.

La provincia italiana dell’Alto Adige, che confina con l’Austria, ha già condotto test di massa seguendo lo stesso esempio della Slovacchia, ed è passata a rallentare le infezioni evitando un secondo blocco dopo aver testato quasi i due terzi degli altoatesini in un fine settimana dello scorso mese.