I Beatles, un’ icona, per cui ogni parola è superflua.  John Lennon, una sacralità, per la musica, altrettanto scevro da presentazioni. Tuttavia oggi ricorrono 39 anni dal suo assassinio, per mano di Mark David Chapman, un suo stesso fan. Così, ne ripercorriamo assieme le vicende.

Liverpool, 9 ottobre 1940. Mentre è in corso un raid tedesco nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, Julia Stanley maritata all’irlandese O’Leannain, dà alla luce John Winston Lennon, il cui secondo nome è in onore di Winston Churchill. La famiglia di John non sarà rose e fiori: nel 1945, il padre Alfred, ormai separato, si trasferisce in Nuova Zelanda, mentre Julia dà alla luce una seconda figlia, Victoria Elizabeth, avuta da un soldato gallese, che sarà costretta a dare in adozione con il nome di Ingrid. John non conoscerà mai la sorellina. Un anno dopo, viene prelevato e allevato dalla zia Mimi, che considera irresponsabile la sorella.

All’età di diciassette anni, vedrà la madre Julia morire, investita da un agente di polizia ubriaco. Julia muore così quando John ha appena ripreso i rapporti con lei, e sarà per sempre la sua musa ispiratrice, anche secondo il suo biografo Ian MacDonald. Tra litigi famigliari, trasferimenti e varie custodie, John cresce e diventa un adolescente dalla personalità eccentrica e creativa. Si iscrive al College of Art di Liverpool, dove al posto di dipingere, impara a suonare. Prima l’armonica a bocca, poi il rock di Elvis Presley. Poi l’amore per la chitarra. “La chitarra va bene, John” gli dirà la zia “ma non ti darà certo da vivere”. Mai frasi furono meno profetiche.

6 luglio 1957. Nella Chiesa di St Peter a Liverpool, John che presiede il gruppo skiffie dei Quarrymen, si sta esibendo, quando conosce il quindicenne Paul McCartney (di un anno più giovane) e nasce lo storico sodalizio. Ai due si aggiunge il compagno di classe George Harrison, e nel gennaio del 1960 il bassista Stuart “Stu” Sutcliffe. L’ultimo ad aggiungersi sarà il bassista Pete Best. Il 17 agosto di quell’anno il gruppo si esibisce con lo storico nome “The Beatles” ad Amburgo.

John si contraddistingue per la sua spiccata ironia “applaudite o agitate i gioielli” dirà in presenza della Regina Madre e della Principessa Margaret, al Royal Variety Performance, (episodio che non impedirà alla band di essere nominati “baronetti”); per la sua sarcastica risposta a una giornalista “non so se morirà prima il cristianesimo o il rock” (dichiarazione che gli sarebbe costata anche minacce di morte). Sposa, nel 1962, in segreto, il membro compositore della band, Cynthia Powell, che gli darà il primo figlio, e da cui divorzierà nel 1967, complici “il crescente uso di droga”, un viaggio in India e l’entrata in scena di Yoko Ono, la cui continua presenza in studio, porterà alla rottura del gruppo. John pubblicherà album con Yoko di musica sperimentale (urli e singhiozzi di Yoko accompagnati da 20 minuti di chitarra di John), sulla cui copertina appaiono nudi e semplici, per mostrare la loro presunta “non eccentricità.” 

25 – 31 marzo 1969. Yoko e John trascorrono, in pigiama a letto, in un hotel di Amsterdam, un’intera settimana davanti alle telecamere, per rilasciare interviste contro la guerra in Vietnam. Promuovere la pace, con gli stratagemmi più innovativi di un mondo ormai cambiato. Poi venne il 1975, nuovi album, nuovo successo, nuove polemiche, dopo la rottura definitiva coi Beatles.

8 dicembre 1980. New York. Sono le undici di sera meno dieci minuti, John Lennon esce dal Record Plant Studio , per entrare all’hotel di fronte, il Dakota Building. “Hey, Mr Lennon” grida un venticinquenne. Gli spara 5 colpi di pistola. John sussurra “mi hanno sparato” e si accascia al suolo. Muore alle 23.15, al Roosvelt Hospital.

Yoko Ono fotografò i suoi occhiali insanguinati.  Poi, tra polemiche e ipotesi, divenne l’artefice del business che circolò su John Lennon dopo la tragica morte. Mark David Chapman, l’assassino, da guardia giurata era diventato tossicodipendente, ed era convinto che John avesse “tradito gli ideali della sua generazione”, dopo essere stato suo fan per tutta la vita. Quando la polizia lo venne a prendere, non oppose resistenza: fermo sul luogo del delitto, stava leggendo il giovane Holden. Alla domanda dell’agente su che cosa avesse fatto rispose “ho appena ucciso John Lennon”.