Preventivo 2021

Emendamenti presentati da Paolo Pamini per il gruppo UDC

Motivazione

 La grave situazione finanziaria in cui ci stiamo per addentrare con il P 2021

I presenti tre emendamenti intendono evitare che il previsto crollo delle entrate nel 2021 pregiudichi la sostenibilità delle finanze del Cantone Ticino, rendendo difficoltoso il successivo riequilibrio e mettendo inoltre in pericolo a lungo termine la capacità del Cantone di far fronte alle necessità delle cittadine e dei cittadini ticinesi.

Il M7892 relativo al Preventivo 2021 (P2021) del Cantone Ticino prevede infatti un risultato totale negativo (comprensivo dell’indebitamento teso a finanziare parte degli investimenti) di oltre CHF 280 milioni, ma soprattutto un risultato di esercizio (relativo alla sola spesa corrente) negativo di oltre CHF 230 milioni, dei quali ben CHF 22.4 milioni verrebbero coperti da ulteriori debiti (autofinanziamento negativo), non essendo le entrate correnti capaci a coprire tutta la spesa corrente.

Le proiezioni a piano finanziario contenute nel P2021 ipotizzano un risultato totale nei prossimi anni pari a CHF -280 mio. nel 2021, CHF -255 mio. nel 2022, CHF -264 mio. nel 2023 e CHF -283 mio. nel 2024. Poiché a questi importi corrisponde un aumento del debito del Cantone (sia per finanziare ulteriori investimenti sia – ahinoi – per finanziare parte della spesa corrente di ogni anno), entro la fine del 2024 il debito cantonale potrebbe aumentare di ben CHF 1’083 mio. e pertanto superare i CHF 3 miliardi (partendo da un debito a fine 2020 stimato in CHF 1’934 mio.). Se a questi si aggiungono i CHF 2’622 mio. (stato al 31 dicembre 2019, un importo nel frattempo aumentato) di insufficienza di copertura dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino per il quale in ultima istanza il Cantone è chiamato a garantire, entro la fine del 2024 il debito esplicito ed implicito del Cantone potrebbe superare abbondantemente i CHF 5.5 miliardi.

La preoccupante evoluzione di lungo corso dei conti pubblici ticinesi

Per contestualizzare la gravità della situazione in assenza di correttivi, si consideri la velocità con la quale nella storia finanziaria del Cantone Ticino si potrebbero raggiungere entro il 2024 i suddetti CHF 3 miliardi di debito:

  • 20 anni per accumulare il primo miliardo di debito;
  • 10 anni per accumulare il secondo miliardo di debito (situazione ad oggi);
  • 5 anni per accumulare il terzo miliardo di debito (entro il 2024).

Altri campanelli d’allarme – già solo per sommi capi – della situazione di spesa fuori controllo sono per esempio:

  • l’aumento in una sola legislatura (dal 2019 al 2023) del totale delle spese del Cantone di oltre CHF 430 mio. annui;
  • lo sforamento – già nel Preventivo 2021 – della soglia di CHF 4 miliardi di spesa totale, allorquando ci si situava a CHF 5 miliardi a metà del decennio scorso e a poco più di CHF 3 miliardi nel 2010.

Fatte le debite proporzioni, siamo letteralmente su traiettorie finanziarie esponenziali simili a quelle di paesi come l’Argentina, con la particolarità che non emettendo moneta propria il Cantone Ticino non può mascherare i numeri dietro l’inflazione.

Alcuni esponenti politici continuano a ribadire che i bisogni della popolazione sono seri e che vi è pur sempre la possibilità di aumentare il prelievo fiscale. Concordiamo con la prima parte dell’osservazione, facendo notare tuttavia che molti aumenti della spesa non sono di fatto dedicati a particolari situazioni della cittadinanza. Pensiamo a titolo di esempio al continuo aumento delle spese per beni e servizi, all’aumento del costo del personale addirittura più rapido di quanto la stessa manovra di rientro proposta nel 2016 dal Consiglio di Stato e accettata dal Gran Consiglio prevedesse, oppure ancora a molti sussidi che non vanno direttamente a beneficio del singolo cittadino. Siamo dell’opinione che proprio in questi ambiti vi sia margine per correggere immediatamente l’evoluzione finanziaria; a tal proposito si veda in particolare il nostro terzo emendamento.

Riteniamo invece un’illusione la possibilità di risolvere i suddetti problemi aumentando il prelievo fiscale. Se si considera che i circa 5’000 contribuenti più ricchi del Cantone (con un reddito imponibile superiore a CHF 200’000 annui) pagano mediamente CHF 210 mio. di imposte all’anno, capiamo rapidamente che nemmeno raddoppiando le imposte ai ricchi si uscirebbe dal disastro. L’ipotesi avrebbe naturalmente vita corta, perché certamente tali contribuenti non starebbero qui a vedersi confiscare i propri beni a vantaggio di chi negli anni per comodità o accidia non ha voluto tenere in ordine casa. In futuro il Cantone non potrà pertanto permettersi di aumentare le aliquote d’imposta, né sulle persone giuridiche né su quelle fisiche, perché anche l’esodo di pochi grandi contribuenti potrebbe rapidamente peggiorare in modo ancor più pronunciato il bilancio dello Stato.

L’irresponsabilità programmatica del P2021

Il P2021 è stato allestito secondo un approccio di spesa business as usual, senza la benché minima volontà di correggere l’evoluzione della spesa a fronte della prevista contrazione delle entrate causata dal contesto pandemico. Prova ne è il previsto autofinanziamento negativo nel 2021 pari a CHF 22.4 mio., che sarebbe evitabile semplicemente riducendo dello 0.6% la spesa corrente (prevista in CHF 3’703 mio.). Si consideri peraltro che la spesa corrente è prevista in aumento di CHF 130 mio. tra il P2020 e il P2021.

La presentazione di proiezioni simili, senza alcun correttivo, lasciano esterrefatto chiunque attenda dall’Amministrazione e dal Governo un minimo grado di prudenza e parsimonia nella gestione della cosa pubblica e del patrimonio di tutte le cittadine e di tutti i cittadini. Disavanzi di questa materialità, che potrebbero addirittura peggiorare a fronte di un inasprimento della situazione pandemica e di un’ulteriore contrazione economica, ridurranno in futuro lo spazio di manovra per riforme strutturali di promozione del nostro territorio.

Durante le discussioni interne alla Commissione Gestione e Finanze che hanno portato alla stesura del rapporto unico non sono mancate lunghe discussioni sulle sfumature linguistiche relative all’impegno di cercare di evitare l’autofinanziamento negativo. Anche questo atteggiamento non lascia sperare nulla di buono. Peraltro, l’autofinanziamento negativo sarà facilmente evitabile con – a titolo di esempio – i seguenti accorgimenti contabili:

  • contabilizzazione di CHF 15 mio. di sopravvenienze attive;
  • riallocazione contabile di ca. CHF 5 mio. da ca. CHF 20-30 mio. di investimenti non fatti o posticipati.

Questi aggiustamenti riguarderebbero operazioni di cosmesi finanziaria che non incidono nel vero problema strutturale: il continuo e sproporzionato aumento della spesa statale che ogni anno sta aggiungendo zavorra sulle spalle dei nostri giovani addirittura per finanziare spese correnti.

In definitiva, i buchi finanziari che il Consiglio di Stato propone di ripetutamente aprire nei prossimi quattro anni sono esagerati, non sono sostenibili, e mettono durevolmente in pericolo l’equilibrio finanziario della nostra Repubblica. Senza correttivi, il rientro dai debiti facili che si stanno per concludere necessariamente avverrà tramite interventi sulla spesa, anche se fosse solo il posticipo di altre spese. Peggio ancora, a fronte di un alto debito pubblico un eventuale aumento dei tassi nominali di interesse farebbe esplodere nelle mani dello Stato la spesa per interessi (cosiddetto debt servicing), pregiudicando ancor più la libertà d’azione politica futura.

Proposte di emendamento di disegno di legge sul preventivo

Tutto ciò premesso, sottoponiamo al giudizio plenario i seguenti tre emendamenti al disegno di legge relativo al P2021. Il secondo emendamento esclude il primo, mentre il terzo esclude il primo e il secondo.

  • Emendamento 1: taglio della spesa di CHF 22.5 mio. in modo da garantire di evitare l’autofinanziamento negativo senza trucchi contabili; si lascia la libertà e la responsabilità al Consiglio di Stato e all’Amministrazione di decidere come e dove
  • Emendamento 2: miglioramento del risultato con CHF 90 mio. di interventi sulla spesa (chiedendo un aumento della spesa limitato a CHF 30 anziché CHF 130 mio. rispetto ai valori del P2020) e CHF 20 mio. di maggiori entrate; si lascia la libertà e la responsabilità al Consiglio di Stato e all’Amministrazione di decidere come e dove operare.
  • Emendamento 3: miglioramento del risultato come proposto con l’emendamento 2, ma precisando le macro-voci contabili sulle quali intervenire:
    • Voce 30 – CHF 20 mio. da risparmiare attraverso il blocco degli scatti salariali e la non sostituzione dei dipendenti partenti per un anno (o fino alla presentazione di un piano di diminuzione del costo del personale);
    • Voce 31 – CHF 10 mio. da risparmiare sui beni e servizi;
    • Voce 36 – CHF 60 mio. da risparmiare sui sussidi (totale ca. CHF 1’900 mio.), senza tuttavia toccare i sussidi diretti alle persone (ca. CHF 800 mio. alla voce 3637); andrebbe pertanto risparmiato il 5.5% (CHF 60 mio.) dei CHF 1’100 mio. rimanenti, un sacrificio più che sostenibile a fronte della situazione complessiva sopra descritta;
    • CHF 20 mio. di maggiori entrate tramite il ricalcolo della stima del gettito fiscale e delle sopravvenienze attive degli anni precedenti.

Con riferimento all’emendamento no. 3 voce 30 e in generale qualora si decidesse di incidere sulla spesa per il personale ricordiamo che, in caso di comprovato bisogno, sarà sempre possibile richiedere l’aumento del personale tramite voto in Gran Consiglio. Per raggiungere il contenimento dell’aumento della spesa del personale ed incentivare i dipendenti meritevoli che si distinguono per il loro impegno sopra la media, si ritiene altresì necessaria l’introduzione in tempi brevi della valutazione degli obiettivi, che dovranno essere annualmente discussi tra superiore e subalterno (coaching) e raggiunti da ogni dipendente. In questo modo sarà possibile riconoscere e premiare l’impegno di coloro che hanno adeguatamente svolto il proprio lavoro e far ricadere la misura di controllo della spesa su coloro che hanno preferito non sforzarsi troppo nel servire le cittadine e i cittadini nella loro veste di dipendente dello Stato.

Seguono tabelle e dettagli tecnici

Paolo Pamini, Tiziano Galeazzi, Lara Filippini, Sergio Morisoli, Daniele Pinoja, Edo Pellegrini, Roberta Soldati