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(…) Il Gran Consiglio ha rieletto ieri tutti i procuratori pubblici già in carica, compresi i cinque che erano stati bocciati dal Consiglio della magistratura in quanto reputati non più idonei a ricoprire la carica. Il procuratore generale aveva condiviso e difeso pubblicamente, nella sostanza, quella valutazione negativa formulata (per legge) dall’organo di disciplina e di vigilanza. Con questo colpo di spugna sulle acclarate disfunzioni e carenze individuali, la maggioranza dei deputati si è assunta una pesante responsabilità. (…)

FABIO PONTIGGIA (editoriale odierno)

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Il Direttore ci mancherà. È ormai in dirittura d’arrivo, in quest’orrido dicembre di pandemia. Per gli addii avrebbe ben meritato un mese migliore.

Lo conosco da tanti anni, è stato ed è un magnifico giornalista. Molto in vista, sì, ma non è onnipotente. Ad esempio, voleva le donne (lo ha scritto in un suo editoriale)… ma – per due volte – non le ha avute. E pazienza.

In questa convulsa “guerra dei procuratori” Pontiggia ha scelto il rigore e la logica, che sono le sue ben note caratteristiche. Ma i traffici partitici, orditi con grande efficienza, hanno aggirato e sconfitto la sua linea. Perde anche il Partito Liberale, ma non perde la faccia. Una sconfitta che gli fa molto onore.

Se leggete attentamente, non c’è una parola fuori posto nell’articolo del Direttore. Certo, lui non salvava capra e cavoli. Probabilmente non era il suo scopo.

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Ho ricevuto, tra gli altri, il seguente messaggio: “noi (nel senso di: il mio partito) abbiamo trovato la quadratura del cerchio”. Come per dire: una soluzione estremamente geniale.