È morto così “Sasha” Kagansky, mentre stava lavorando a un nuovo vaccino anti-Covid, domenica 20 dicembre a San Pietroburgo, in Russia, precipitando, in mutande, dal suo appartamento in Zamshin Street.

Alexander “Sasha” Kagansky, giaceva riverso a terra, in una pozza di sangue, ai piedi di un alto palazzo. Morto sul colpo, dopo un volo dal quattordicesimo piano, era in mutande, ed aveva il corpo segnato da evidenti ferite da arma da taglio.

L’eminente medico scienziato, era un professore dell’università di Vladivostok aveva lavorato per 13 anni ad Edimburgo, in Scozia, sino al 2017, quando era ritornato nel Paese natio. Apprezzatissimo per il suo lavoro di ricerca sul cancro, a Vladivostok era direttore del Centro di medicina genomica e rigenerativa presso l’Università Federale dell’Estremo Oriente russo, dove studiava come trattare i tumori cerebrali maligni e come trattare il cancro anche con erbe e funghi.

Kagansky lavorava al vaccino Covid, e gli inquirenti ora ritengono che sia morto in circostanze sospette: le ferite da arma da taglio sul suo corpo fanno infatti presumere ipotizzare che abbia avuto una violenta colluttazione dopo la quale, aggredito, sia precipitato dalla finestra.

Come riporta il Moskovsky Komsomolets, è stata aperta un’indagine dal comitato investigativo russo per omicidio. Ancora sconosciuti restano l’assassino e il movente, anche se sarebbe stata fermata una persona di 45 anni. Il Moskovsky Komsomolets riporta anche che il medico stava lavorando per “sviluppare un vaccino contro il coronavirus“, senza fornire però ulteriori informazioni.