foto Pixabay
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Come giudica il ruolo dei media nella pandemia?

Fondamentale. Proprio per questo, quando tutto sarà archiviato, e lo sarà prima di quel che pensano i pessimisti, i giornalisti dovranno fare un severo e spassionato esame autocritico. Al di là di certe esagerazionl’i, quel che mi ha stupito, in male, è l’adesione acritica di molti colleghi a tutti i provvedimenti liberticidi decisi dalle autorità. Anzi, molti giornalisti avrebbero voluto più restrizioni e più limitazioni, senza alcuna attenzione alle garanzie dello Stato di diritto. I cani da guardia si sono insomma trasformati in cagnolini scodinzolanti.

PENSIERO DEL GIORNO

Tratto dall’intervista odierna al direttore Fabio Pontiggia, nel suo penultimo giorno di direzione

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I media al tempo del Covid? Fondamentali, lo diciamo anche noi. Un’autentica sofferenza. Fondamentalmente spaventosi.

Bella intervista, ampia, importante, per un addio (si spera non assoluto) al quotidiano semi-istituzionale del Cantone. Ci siamo ricordati di avere anche noi, sul portale, una sua intervista, lontana nel tempo ma ancora interessante. Ne riproporremo tra poco la seconda parte, nella quale Pontiggia esprime calibrati giudizi sul Partito liberale radicale (era quello il tema centrale).

Che giornalista è Fabio Pontiggia? Innamorato del suo mestiere, rigoroso, severo, capace anche di accettare l’impopolarità, se necessario. Lo abbiamo apprezzato in tempi remoti (anni Ottanta, quando la pressione della sinistra era fortissima e il Muro non era ancora caduto), lo apprezziamo oggi, alla fine del suo mandato di direzione: lucido sulla pandemia e sui procuratori.

Il Pontiggia 2.0 – appellativo argutamente coniato dall’intervistatore Giovanni Galli – cioè quello “nuovo”, esiste? Indubbiamente sì, ma lui osserva (e si può accettare) che: non si dirige un’orchestra sinfonica come si suona il trombone in una Guggenmusik.

Lo salutiamo con rispetto e con affetto. Hai fatto buone cose, Fabio, e hai onorato il tuo mestiere.

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