Un’analisi di MARTINO ROSSI

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Anche un lettore disattento avrà notato che noi non amiamo il Covid 19. La presenza del Mostro sui media è incontenibile ed esasperante, noi ne siamo angustiati e ci sforziamo di pubblicare un minimo di articoli. Abbiamo l’impressione che aggiungere un pezzo (magari pregevole) alla massa di sproloqui sul Virus sia come… buttare un secchio d’acqua salata nel mare. Ogni tanto ci domandiamo come faccia la gente a non impazzire.

Ma, per non farsi rimproverare, qualcosa bisogna pur fare! E allora abbiamo pensato di ricorrere a un’analisi – come sempre competente e precisa – di Martino Rossi, che la espone sul più famoso dei social.

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Coronavirus. Quella che finisce oggi (03.01.21) è la settimana di transizione dall’anno che non avremmo voluto a quello nuovo, da cui ci aspettiamo molto: anche perché domani inizia la campagna di vaccinazione i cui frutti però (anche se rispondessero pienamente alle attese) potremo cogliere solo fra 6 mesi, quando anche la bella stagione ci aiuterà.

La prima settimana del 2021 sarà la prossima. Quella che esaminiamo oggi (vedi il primo grafico, che rappresenta la seconda ondata) non ci ha portato nulla di buono: da dimenticare.

Contagi: la flessione della settimana scorsa non è proseguita. Si registra un nuovo aumento moderato dei contagi giornalieri medi accertati, da 225 a 234 (+4%).

Ricoveri in ospedale: contraddicendo l’attesa di una riduzione, conseguente a quella dei contagi della settimana precedente, sono aumentati da 26 a 28 (+8%).

Decessi: continua il ristagno a 7 in media giornaliera, un livello elevato. Nell’intera settimana sono stati 51, di cui 20 in Case per anziani (39% del totale).

Questo andamento è difficile da interpretare perché si sono sovrapposti due fattori contrastanti: le misure in vigore dal 22 dicembre per limitare i contatti facilitatori della diffusione del virus (chiusura dei bar e ristoranti e altre misure), e la moltiplicazione degli incontri privati durante le festività e anche qualche assembramento inevitabile per l’accesso alle piste di sci, che sono rimaste aperte.

Ricapitoliamo ora il triste bilancio dell’intero anno: 24’000 contagi in cifra tonda, 3’200 ospedalizzati circa, quasi 800 decessi, concentrati da fine febbraio a fine maggio e poi da inizio ottobre a oggi (vedi secondo grafico).

I dati pubblicati dalla Confederazione per le prime 51 settimane dell’anno e per il Ticino (quelli dei decessi da Covid sono inferiori a quelli pubblicati dal Medico Cantonale) ci dicono: che i decessi totali nel cantone (per qualsiasi causa) sono stati 3’813, 668 in più che nel medesimo periodo del 2019 (+21%); che i decessi da Covid (“accertati in laboratorio”) sono stati 576, 15% dei decessi totali.

Fra tre giorni sarà l’Epifania “che tücc in fresct la porta via”, come si usa dire, ma vorremmo invece poter dire “che tücc i virus la porta via”! È la nostra richiesta ai Re Magi: ci ascolteranno?