I vaccini approvati nel mondo sono otto: quello nato tra la collaborazione del gigante statunitense Pfizer e la tedesca BioNTech, quello inglese AstraZeneca, tre cinesi, due russi e uno indiano. In arrivo anche l’approvazione per il nono vaccino della statunitense Moderna.

In alcuni paesi la somministrazione è iniziata prima del giorno zero (27 dicembre) stabilito in Europa. Le tempistiche sono differenti perché in alcune nazioni il via libera è dato dal governo, mentre in Europa si seguono le procedure di approvazione dell’Agenzia del farmaco europea.

Il vaccino Pfizer-BioNTech, consiste di due somministrazioni fatte a tre settimane di distanza una dall’altra. Anche quello di Moderna, sviluppato nel Massachussetts, consiste in due somministrazioni fatte a 28 giorni di distanza. Sono entrambi i primi vaccini approvati che hanno un approccio diverso dai tradizionali vaccini. Utilizzano la tecnologia dell’RNA messaggero: un frammento sintetizzato di informazione genetiche avvolto in uno strato di grasso protettivo per impedirne la disintegrazione, entra nelle cellule del muscolo della parte superiore del braccio. Le istruzioni molecolari contenute “dicono” alle cellule del corpo di creare una proteina che innesca una risposta immunitaria alla proteina spike sulla superficie del coronavirus, eliminando così l’agente patogeno. Il virus infatti sfrutta il meccanismo della cellula umana per riprodursi.

Le rigorose revisioni sulla sicurezza da parte della FDA Americana (Food and Drug Administration), hanno portato alle autorizzazioni dopo aver esaminato i dati di 44 mila volontari dello studio clinico randomizzato (metodo casuale) per il vaccino Pfizer e i dati di 30 mila volontari per lo studio clinico del vaccino Moderna. Gli effetti collaterali, simili per entrambi i vaccini efficaci al 95%, si sono dimostrati in alcuni casi spiacevoli ma tollerabili. Affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, dolori articolari, brividi e febbre.

Una volta raggiunto un livello di copertura del 70% della popolazione, si può dire di essere arrivati all’immunità di gregge e di aver fermato la diffusione del virus, considerando al sicuro anche le persone ancora non vaccinate.

Il primo ministro Boris Johnson si augura che decine di milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, verranno somministrate nei prossimi 3 mesi in Inghilterra. Johnson ha affermato che sono state vaccinate ad oggi un milione di persone e vorrebbe elaborare un piano per raggiungere i 2 milioni di vaccini alla settimana, anche mescolando vaccini diversi. Israele ha fatto sapere che 2 milioni di persone entro la fine di gennaio avranno ricevuto una vaccinazione completa della seconda dose, un ritmo che il primo ministro Netanyahu vanta come il più veloce al mondo. In India il piano prevede la somministrazione per 300 milioni di persone (su 1,4 miliardi di abitanti) con l’uso del vaccino AstraZeneca e quello indiano Bharat Biotech.

In Italia sono arrivate circa 470 mila dosi di vaccino e ne sono state somministrate ad oggi soltanto 85 mila. La Germania è la prima dei paesi europei con 165 mila iniezioni fatte. La Francia invece, è l’ultima nazione per poche centinaia di vaccinazione eseguite. La poca convinzione del governo francese ha generato la più alta percentuale al mondo di scetticismo tra le persone.

Il bilancio delle vittime negli Stati Uniti, in quasi ogni parte del paese, ha superato le 350 mila unità con più di 20,5 milioni segnalazioni. Il virus non solo sta spuntando in posti nuovi, ma sta anche circolando in aree che una volta sembravano averlo contenuto, causando numeri da record. Funzionari sanitari, tra cui Anthony Fauci, hanno affermato che il coronavirus ha ucciso più persone di quanto non indichino i numeri ufficiali.

Soltanto dopo l’estate 2021 la situazione della distribuzione del vaccino dovrebbe migliorare una volta che molti prodotti saranno disponibili, in quanto attualmente esiste una difficoltà di produzione e di somministrazione. Entro quel periodo dovrebbe esserci l’approvazione anche per il vaccino della italiana ReiThera. Ma è presto per dire quanto tempo impiegherà il programma di immunizzazione quando i casi quotidiani che coinvolgono nuove varianti del virus continuano a diffondersi.

Gli scienziati affermano che aspettare la riduzione dei nuovi casi non è il metodo giusto per dire che la vaccinazione sta iniziando ad avere un giusto impatto. “A febbraio potremmo assistere ad un forte calo del numero dei casi. Sarebbe una buona notizia, ma non sapremo se il calo è dovuto al vaccino, a misure di blocco o ad altri fattori”, ha dichiarato Adam Finn, professore della prestigiosa Università di Bristol. Osservare soltanto le tendenze generali non darà una risposta a breve termine anche se ovviamente ci si aspetta che vaccino abbia un effetto.

Nel frattempo alcuni scienziati avvertono di stare attenti agli ospedali, luogo dove migliaia di persone si sono infettate e sono morte nella prima ondata della pandemia.