In una nuova aula bunker di oltre 3 mila metri quadrati allestita ad alta sicurezza per ospitare a Lamezia Terme mille persone, è iniziato oggi il maxi processo alla ‘ndrangheta, l’organizzazione criminale italiana di stampo mafioso considerata la più pericolosa in Europa in quanto gestisce il monopolio europeo del narcotraffico.
Denominato “Rinascita-Scott” è, con 355 imputati mandati alla sbarra dopo le udienze preliminari e 900 testimoni, uno dei più grandi processi mafiosi degli ultimi decenni. Il nome prende spunto dalla voglia di avere una nuova vita per la regione Calabria e per onorare un agente speciale statunitense ex marine, Sieben William Scott, deceduto a giugno del 2015 dopo un lungo periodo di indagini di droga tra l’Italia e gli Stati Uniti dal 2008 al 2013 per conto dell’agenzia federale DEA.
Dopo lunghe indagini iniziate nel 2016, la maxi operazione portata a termine con 2’500 agenti delle forze dell’ordine a dicembre 2019 contro la potentissima cosca mafiosa dei Mancuso di Limbadi (comune vicino al capoluogo Vibo Valentia), portò all’arresto di oltre 330 imprenditori, politici e funzionari in 11 regioni italiane, in Germania, in Svizzera e in Bulgaria. Tutti accusati di favoreggiamento e partecipazione alla potente organizzazione criminale. I capi di imputazione che riguardano tra gli altri, un ex senatore, un capo di polizia, consiglieri comunali, uomini d’affari, professionisti e massoni, sono estorsione, detenzione di armi, narcotraffico, rapina, usura e tentati omicidi.
Le indagini dirette dal procuratore antimafia della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, hanno raccolto oltre 24 mila intercettazioni telefoniche e conversazioni in luoghi pubblici che hanno messo in evidenza il legame della cosca mafiosa con il sistema politico per esercitare forti condizionamenti in diversi settori dell’economia come soprattutto l’edilizia, il commercio, la ristorazione e i trasporti. Nessuna attività comunque è rimasta fuori dal controllo grazie ad un esercito di avvocati, notai e commercialisti al servizio di gruppi mafiosi legati alla famiglia Mancuso. Il giro di affari annuo della mafia calabrese supera i 50 miliardi di euro, secondo il procuratore capo. Finanziariamente più grandi del colosso Deutsche Bank e McDonald’s messi insieme.
Gratteri, che vive sotto scorta da 30 anni con un profondo radicamento in Calabria, ha conosciuto la mafia fin da bambino in quanto andava a scuola con i compagni che poi sono diventati capi della ‘ndrangheta e narcotrafficanti.
Nonostante l’enorme giro di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico internazionale della droga, i capi mafia non abbandonano i luoghi nativi e molto spesso vivono come eremiti nascosti tra le montagne o in sofisticati nascondigli in tunnel sotterranei, gestendo gli affari attraverso società di comodo. “Conosco bene il loro modo di ragionare”, ha dichiarato Gratteri ai giornalisti. I potenti clan mafiosi sono caratterizzati da profondi rapporti di parentela, una caratteristica che li rende “quasi” impenetrabili.
Le aspettative di questo processo sono davvero alte e rappresenta un punto di svolta fondamentale per lo Stato italiano. Gli occhi sono tutti puntati sul figlio del boss Luni Mancuso, Emanuele, che ha svelato i segreti della ‘ndrangheta dopo aver accettato la massima protezione da parte della polizia e che è pronto a testimoniare contro lo zio Luigi Mancuso, capomafia che rimesso in libertà nel 2012 dopo diversi anni di prigionia sotto il regime di detenzione 41 bis, riprese in mano il potere e il comando.
Gli imputati saranno difesi da circa 600 avvocati.