La Camera degli Stati Uniti ha messo sotto accusa Donald Trump: il presidente uscente è ora il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a essere processato per ben due volte per impeachment.

Nancy Pelosi, speaker della Camera, ha condannato Trump per impeachment per, «Incitamento all’insurrezione» dopo la presa di Capitol Hill il sei gennaio scorso. L’accusa è quella di aver istigato la manifestazione, nella quale sono morti quattro manifestanti pro Trump e un poliziotto, per la quale tutti i manifestanti sono stati arrestati e dalla quale, tuttavia, Trump si era dissociato,

La dissociazione tuttavia non gli era valsa il “bando” da tutti i social: bandito da Facebook e da Twitter che gli avevano bloccato il profilo, Trump era emigrato su Parler, sociale che Google e Amazon avevano prontamente chiuso.

Non è dato a sapere quali altri canali potrebbe trovare il Presidente uscente dopo la senz’altro terribile censura subita. Per ora, anziché poter esporre le proprie difese via social, dovrà vedersela con il procedimento che lo vede, per la seconda volta in vita sua e per la prima nella Storia, sottoposto all’Impeachment.

La risoluzione dell’articolo firmato dalla Pelosi sarà trasmessa oggi stesso al Senato, anche se non si sa ancora quando il procedimento passerà in aula: qui si terrà l’ultimo atto. Come data del processo si prevede quella fissata dal leader repubblicano alla Camera Alta Mitch McConnell il quale ha scelto proprio il  giorno prima dell’insediamento di Joe Biden. Dal giorno dopo, McConnell passerà il testimone al suo omologo democratico Chuck Schumer: a questi, dunque, è affidata la gestione dei tempi dell’odissea di Trump.

Già ci si chiede se il Senato potrà giudicare un ex presidente, visto che da mezzogiorno del 20 gennaio, Trump non sarà più presidente, e i suoi legali potrebbero rallentare i tempi del processo al presidente, per il semplice fatto che Trump non sarà più, allora, tale.  Non si sa neppure se Trump sarà definitivamente condannato: per la sua condanna, infatti, occorrono almeno 17 repubblicani che votino, assieme ai democratici, la condanna del Presidente uscente, per il quale occorre un quorum di 67 seggi, ovvero due terzi del Senato, che, al momento, non ci sono.

Per adesso alla Camera dei rappresentanti hanno votato a favore 232 deputati, tra cui 10 Repubblicani, e i contrari sono stati 197.