L’unanimità attorno al PSE si sta lentamente sgretolando? (titolo originale)

di Matteo Poretti e Barbara Di Marco, membri della sezione MPS del Luganese 

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MPS – Pubblichiamo l’articolo inviato mercoledì 10 febbraio alla redazione del Corriere del Ticino che, per “ragioni di spazio” non lo potrà pubblicare né nell’edizione di giovedì 11 febbraio, né in quella di venerdì 12 febbraio. Cominciamo a rimpiangere Pontiggia: il che è tutto dire. (Red)

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(red) Tanto per incominciare: noi rimpiangiamo Pontiggia, che è un grande giornalista. Ma siamo soddisfatti anche del nuovo direttore.

Quanto al pubblicare o non pubblicare, se c’è lo spazio o non c’è, noi non pensiamo che l’MPS sia il padrone del mondo. I suoi attivisti sono sì, in assoluto, i più rumorosi ma non possono pretendere di avere, sempre, la precedenza.

Magari l’articolo non piaceva al Corriere. Noi lo pubblichiamo volentieri. Problemi psicologici non ne abbiamo, problemi di spazio nemmeno. La pagina elettronica contiene tutto, anche l’intera Divina Commedia.

Noi, pubblicando, sappiamo esattamente chi ha ragione? No. Pelli? Sergi? Badaracco? La Lega? Per fare un esempio :

L’MPS in conferenza stampa ha detto che la Città può costruire Arena e Palazzetto con i suoi mezzi, senza ricorrere ai privati

Borradori in conferenza stampa ha detto esattamente il contrario. La Città non ha i soldi per realizzare un’opera di tale portata, perciò ha dovuto coinvolgere i privati.

Pirandello direbbe: hanno ragione entrambi.

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MPS La presa di posizione politica di Fulvio Pelli in merito al Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) riprende molti degli elementi critici che l’MPS ha denunciato con convinzione perché basati su un’analisi accurata.

Oltre a confermare il fatto che il PSE non è un progetto sportivo ma una gigantesca speculazione immobiliare che tiene in ostaggio i bisogni legittimi di una città, Fulvio Pelli è ormai passato fra i dannati che sono accusati di voler spingere il FC Lugano in Challenge League e di spingere all’esodo migliaia di giovani sportivi. Ci sentiamo meno soli.

Ed è un bene che anche un rappresentante, di peso, di un orientamento che non può essere confuso con quello dell’MPS, rompa la logica manipolatoria che vede in chiunque si opponga frontalmente a questa speculazione immobiliare, inutile ma devastante dal punto di vista finanziario e sociale, un nemico dello sport, amatoriale e d’élite. Ed è un bene che un’altra voce affermi con vigore che ci sono alternative agli interessi del Credito Svizzero e del gruppo HRS Real Estate AG, dei quali il Municipio di Lugano si è fatto solerte portavoce.

Un’alternativa al ricatto costruito attorno allo Stadio in cambio di 350 milioni di franchi che peseranno per almeno 27 anni sulle spalle delle cittadine e dei cittadini di Lugano. Si può dire di no, le alternative esistono, come quella di limitare l’intervento alla costruzione (o al rinnovo) di uno stadio e di un palazzetto dello sport, bisogni legittimi e che nessuno mette in discussione. Vediamo che questo ragionamento non lo facciamo solo noi…

E in materia di stadio, le alternative esistono e a un costo decisamente minore. Pelli sbaglia quando scrive che i contenuti sportivi vanno portati avanti «con la collaborazione finanziaria e costruttiva dei privati». In questo caso di collaborativo non c’è nulla, se non il fatto che questi privati hanno presentato una fattura di 100 milioni per lo stadio, interessati solo a realizzare un profitto consistente senza rischi. Una cifra esorbitante, tanto più ingiustificabile se andiamo ad analizzare altri stadi costruiti dal gruppo HRS Real Estate AG.

Nel 2011, questo gruppo inaugurava l’attuale Stockhorn Arena di Thun, uno stadio da 10’000 posti a sedere, con il terreno in erba sintetica. Il costo dell’opera, sempre a livello di contenuti sportivi, è stato di 56,1 milioni di franchi. E 10 anni fa il costo del denaro era nettamente più elevato di oggi.Per rimanere ai nostri giorni, sempre questo stesso gruppo immobiliare costruirà lo Stadio Torfeld Süd di Aarau, praticamente la fotocopia di quello previsto a Lugano. Con una differenza notevole: il costo dello stadio, con una partecipazione del Comune di 17 milioni (sic!), ammonta a 60,5 milioni di franchi, ossia il 40% in meno rispetto al futuro stadio di Lugano. Infine, è risaputo che il Municipio ha rifiutato seccamente, perché sprovvista dalla parte immobiliare inutile (la cosiddetta corona con le due torri), un progetto chiavi in mano per lo stadio al prezzo di 58 milioni di franchi, realizzabile in due anni. E, secondo quanto abbiamo potuto appurare, il progetto può essere riattivato in pochissimo tempo. Quindi si può, eccome se si può, dare un calcio al cappio imposto dal Credito Svizzero.

A proposito della “multinazionale bancaria di Zurigo” (quanti posti di lavoro ha tra l’altro eliminato a Lugano?), sarebbe opportuno che dormienti membri del consiglio comunale indagassero rapidamente circa le voci che circolano sulla sua partecipazione tardiva fra i concorrenti ammessi alla Fase 2 del concorso, quella decisiva. Sembra, infatti, che il Credito Svizzero si sia aggregato alla società HRS Real Estate AG fuori tempo massimo. Forse si tratta di illazioni. Il Municipio di Lugano avrebbe tutto l’interesse a fugare ogni dubbio in merito. Il PSE soffre già di troppe e pesanti zone d’ombra. Uno scivolone del genere potrebbe generare pesanti ritardi. Con i rischi sportivi connessi. E senza colpa dell’MPS…