Biden va alla guerra. È il primo attacco militare, il “suo” raid aereo USA contro i militanti filo iraniani, in Siria.

Il primo attacco aereo targato Usa dell’era Biden è avvenuto in Siria, contro i miliziani filo Iran. La decisione statunitense di bombardare in Siria e non in Iraq concede al governo di Baghdad una tregua durante le indagini sugli attacchi che, dal 15 febbraio ai giorni scorsi, hanno ferito diversi soldati americani.

Biden attacco aereo USA
In foto:Biden col figlio Beau, prematuramente deceduto nel 2015

L’attacco contro le milizie alleate di Teheran, perciò, è una risposta agli attacchi continuamente subiti con la guerriglia.

Il 46esimopresidente degli Stati Uniti, dopo una visita al Pentagono, ha autorizzato il primo attacco aereo, contro un edificio occupato dai miliziani filoiraniani in Siria.

Questo grande attacco, tuttavia, arriva come risposta degli USA per tre separati attacchi missilistici subiti in Iraq, subiti il 15 febbraio e proseguiti nei giorni scorsi, che hanno ferito soldati americani, presumibilmente ad opera di milizie alleate con Teheran, la cui motivazione è, con molta probabilità, la rischiosa ripresa dei negoziati sul nucleare tra l’Iran, l’Europa e gli Usa.

John Kirby, portavoce del Pentagono riporta che “su ordine del presidente Biden, le forze militari statunitensi hanno condotto raid aerei contro infrastrutture utilizzate da gruppi militanti filo iraniani nell’est della Siria. I raid sono stati autorizzati in risposta ai recenti attacchi contro americani e personale della coalizione in Iraq”. Kirby ha poi concluso dicendosi soddisfatto dell’attacco: “Siamo fiduciosi sull’obiettivo che abbiamo attaccato, siamo convinti che era usato dalla stessa milizia sciita che ha condotto gli attacchi.”

Il bombardamento, autorizzato da Biden, ha portato alla morte 17 combattenti antagonisti, e, come riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, l’attacco era finalizzato a evitare il rischio altri attacchi in futuro da parte della milizia iraniana ed avrebbe distrutto varie strutture dislocate lungo la frontiera e usate da una serie di gruppi di militanti sostenuti dall’Iran, come Kait’ib Hezbollah e Kait’ib Sayyid al-Shuhada.

Kirby spiega la necessità dell’attacco portato a termine, onde evitare un’escalation di attacchi terroristici ai danni degli americani.