Il vaccino di AstraZeneca ha fatto parlare molto di sé negli ultimi giorni a causa di decisioni drastiche prese da alcuni paesi. La Danimarca per esempio ha sospeso in via precauzionale la somministrazione di questo particolare vaccino in quanto sono circolate informazioni poco chiare su alcuni casi di trombosi riscontrati nelle persone vaccinate da poco. L’esempio della Danimarca non è l’unico: anche l’Austria ha fermato l’inoculazione di un lotto del preparato, in particolare l’ABV 5300.

Le autorità austriache hanno preso questa decisione in seguito alla morte di una persona, una infermiera di 49 anni, alla quale il vaccino è stato somministrato. La donna è stata vittima di una trombosi multipla che l’ha portata alla morte circa 10 giorni dopo la vaccinazione. In un caso analogo, un’altra donna è stata ricoverata con embolia polmonare dopo il vaccino. Per fortuna, si sta riprendendo proprio in queste ore.

Le autorità sanitarie affermano che non ci sono elementi sulla base dei quali si possa affermare che ci sia un nesso di causalità tra i due fatti: “Al momento non ci sono indicazioni che la vaccinazione abbia causato queste condizioni, che non sono elencate come effetti collaterali di questo vaccino”, ha detto in un comunicato l’Agenzia europea del farmaco (EMA), sulla base di un’indagine preliminare. Ha inoltre aggiunto che “i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”.

Anche nella vicina Italia, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha bloccato la somministrazione di un altro lotto del vaccino di AstraZeneca, in attesa delle verifiche. Il lotto incriminato, è stato consegnato a circa 17 paesi dell’Unione europea per un totale di 1 milione di dosi.

L’azienda farmaceutica sta collaborato attivamente con le autorità per chiarire la situazione. La sua posizione coincide con quella dell’EMA, in un comunicato ha precisato che “a un’analisi dei nostri dati su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19. Il numero di questi eventi è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale”.