Politica, se ci sei batti un colpo!

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Questo articolo di alcuni giorni or sono conserva tutta la sua attualità. L’ordine di sgombero è stato intimato dal Municipio 12 giorni fa. Non siamo al corrente di ulteriori sviluppi.

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Due termini semplici e di facile comprensione. Autogestione è la gestione in proprio: governare la propria impresa in prima persona. È l’applicazione di un modello di economia socialista,  rivendicato dagli operai nel confronto dei proprietari. Significa però anche assumersi le responsabilità finanziare gestionali. Questo è quanto dicono i vocabolari, aggiungendo: autoconduzione, autonomia, indipendenza, libertà.

Il concetto di convivenza civile non necessita di spiegazioni. È il vivere nel sostegno delle proprie idee e dei propri valori, anche in maniera forte, ma sempre nel rispetto degli altri. Ahimè, questi termini sono oramai travisati da un concetto unilaterale, assolutistico e pure incivile. Dopo l’ennesimo comportamento, volutamente e dichiaratamente, contro la società costituita da parte dei molinari dell’ex Macello, le reazioni della politica sono state pressoché unanimi. Bisogna sgombrare la zona su viale Cassarate, e liberare il pregiato sedime per il quale il Consiglio comunale ha progettato un quartiere senza spazi per i molinari, e nell’interesse degli abitanti. È giunto il momento di agire, pena la sconfitta delle istituzioni, della politica e delle persone che il popolo democraticamente ha scelto per gestire la cosa pubblica.

È ben vero che, in un paese civile, prima di atti di forza, sono da preferire il dialogo e le soluzioni concordate. Sembra tuttavia che queste strade non siano percorribili, non lo sono mai state per la dichiarata mancanza di volontà della controparte di sedersi a tavolo. I molinari vivono su terreno pubblico senza pagare alcunché. Misconoscono la convivenza l’educazione e la correttezza. Beneficiano di trattamenti privilegiati che nessun altro cittadino può vantare.

Manifestano quando e come vogliono. Nel recente caso alla Stazione FFS cittadina, in contrasto con filmati che non mentono, danno la colpa all’eccesso di forze spiegate dalla città per difendere la stazione, un punto nevralgico della vita comunitaria. Che il Municipio abbia richiesto un ulteriore rapporto alle Polizie comunale e cantonale, sembra ragionevole. Ma la situazione è nota e conoscendo la storia del Molino, nessuno è così ingenuo dal pensare che cambierà qualcosa. Il fatto poi che si sia alla vigilia del rinnovo dei poteri comunali non deve essere un motivo per rimandare il tutto a dopo il voto, il che si sa diventerebbe, una volta ancora, a tempo indeterminato.

Ben ha detto il sindaco Marco Borradori dopo gli ultimi vergognosi fatti: la politica deve assumersi le proprie responsabilità indipendentemente dal momento. La popolazione di Lugano, ma anche del Ticino, non è più disposta a rinvii di convenienza, per non dire di paura. La situazione è irrimediabilmente degenerata e l’attendere non farà che peggiorare i rapporti e le possibili soluzioni, per le quali occorre una visione comune tra Città e Cantone. Le cittadine e i cittadini di Lugano chiedono senza mezzi termini la soluzione dell’annoso problema. Politica, se ci sei, batti un colpo.

Tullio Righinetti, già deputato in Gran Consiglio

Opinione pubblicata nel Corriere del Ticino