di Cristina T. Chiochia

L’inverno sta lasciando spazio alla primavera e tutti, lockdown permettendo, pensano a questo come un momento di passaggio. E se è vero che ci sono momenti in cui non è facile lasciarsi un pensiero negativo alle spalle, l’ora legale, le giornate che si allungano e il clima più mite, lascia spazio a pensieri più positivi.  In procinto delle imminenti festività di Pasqua, aiuta in questo l’arte contemporanea.Dal 1 Aprile 2021 sino al 27 giugno 2021 a Ginevra, arriva la mostra “La ragione nelle mani” presso la Maison Tavel Musee d’art e d’Historie , mostra ideata da Stefano Baccalini che vanta la collaborazione di ben 4 artigiani della Val Camonica tra il senso profondo di appartenenza ad una comunità, la natura e le parole. Come recita il comunicato stampa:  “la mostra La ragione nelle mani è curata da Adelina von Fürstenberg e realizzata in collaborazione con ART for THE WORLD EUROPA. Si tratta della prima di una serie di iniziative che fanno capo all’omonimo progetto, realizzato in collaborazione con importanti partner culturali: Musée Maison Tavel-Musée d’Art et d’Histoire (Ginevra) sede della mostra, Art House (Scutari, Albania), Sandefjord Kunstforening (Sandefjord, Norvegia), Fondazione Pistoletto Onlus, Accademia Belle Arti Bologna, MA*GA – Museo Arte Gallarate e GAMeC Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Bergamo. Dopo aver portato i segni della Valle Camonica in Europa l’opera ideata da Boccalini, composta da vari manufatti, entrerà a far parte della collezione della GAMeC.

Legno intrecciato, immagine frontale

Un progetto che si muove su due livelli, quello del linguaggio e quello dei saperi artigianali, attraverso il coinvolgimento della comunità locale.  Tutti i manufatti che compongono l’opera sono stati realizzati in Valle Camonica da quattro artigiani affiancati ognuno da due giovani apprendisti. Gli otto “allievi” sono stati selezionati attraverso un bando pubblico, promosso dalla Comunità Montana e rivolto ai giovani della valle interessati a confrontarsi con pratiche artigianali appartenenti alla tradizione camuna: la tessitura dei pezzotti, l’intreccio del legno, il ricamo e l’intaglio del legno”. 

Uomo, natura, esseri umani nelle parole scelte dai bambini di Monno insomma che,insieme alla mostra a Ginevra, compie un piccolo miracolo. quello di presentare una intera comunità dove Boccalini ed il distretto culturale della Comunità montana di Val Camonica,  vincitori di un bando Italian Council, programma a supporto dell’arte contemporanea nel mondo, diventano di ispirazione anche in Svizzera. Un Boccalini inedito, non solo neo direttore artistico del futuro centro “Ca’Mon”, un progetto che mira a sviluppare (e sperimentare) a Monno, sulle Alpi Italiane, un centro per l’arte e l’artigianato di montagna. Ma quasi un “esempio” da seguire.

Legno intrecciato, immagine in scorcio

Grazie ad una mostra che testimonia quel voler “salvaguardare” il patrimonio culturale  sia materiale che immateriale locale  di montagna che è insomma impegno principale di questo progetto a Monno (come quello di poter essere, un vero polo per la valorizzazione culturale). Se insomma, il progetto Ca’Mon è realizzato dal Comune di Monno con il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia; con la partecipazione di Comunità Montana, Consorzio BIM di Valle Camonica e Cooperativa sociale “Il Cardo”; in collaborazione con Linificio Canapificio Nazionale SpA, Unimont Università della Montagna e Segno Artigiano , si impegna a diventare testimonianza diretta di quel modo di essere e di sentirsi vivi tra natura e di “esseri umani”, la mostra a Ginevra (che nasce in collaborazione con il partner Art for the World Europa, che sono tra i vincitori della ottava edizione del bando Italian Council, programma a supporto dell’arte contemporanea italiana nel mondo promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea dell’allora MiBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) vuole partire dal linguaggio nel linguaggio partendo dalle parole. Parole che paiono ancestrali ma anche di profondo senso  come vengono segnalati nel comunicato stampa. Tra i significati infatti  delle parole in mostra ecco “ANSHIM Sentirsi in armonia con sé stessi e con il mondo (coreano), BALIKWAS Abbondonare la propria confort zone (filippino), DADIRRI Quieta contemplazione e ascolto profondo della natura (aborigeni australiani), FRILUFTSLIV Connessione con l’ambiente e ritorno al legame biologico tra uomo e natura (norvegese), GURFA L’acqua che si riesce a tenere nel palmo di una mano come metafora di qualcosa di molto prezioso (arabo), OHANA La famiglia che comprende anche gli amici e non lascia indietro nessuno (hawaiano), ORENDA La capacità umana di cambiare il mondo contro un destino avverso (indigeni nordamericani), SISU La determinazione nella ricerca del benessere nella quotidianità (finlandese), UBUNTU Sono chi sono in virtù di ciò che tutti siamo (Africa meridionale)”. Concludendo, la mostra, tra eco sostenibilità e comunità, tra ricami di bianco su bianco e punti di intaglio montati come quadri, evocano nel materiale del legno di noce l’essenza della vita ed il senso profondo della natura.

Anshim, Dadirri, Friluftsliv – Ricamo intero

Come anche quelli di legno di nocciolo intrecciato con la tecnica dei cestini e delle gerle. Tappeti e tessuti insieme. Abiti della natura. Tra la capacità dell’uomo, le mani sapienti e la parola.