Diciamolo subito, la crasi (in greco “fusione”) tra i termini “cat” (gatto) e “calling” (chiamare), non ha molto a che vedere con i fischi e i segni presumibilmente inopportuni di apprezzamento che un uomo fa a una donna per strada.

Eppure, è stato chiamato così. Il nuovo reato introdotto per punire commenti indesiderati, gesti, strombazzi, fischi e avance sessuali ricevute generalmente da donne da parte di uomini, in aree pubbliche come strade, centri commerciali, mezzi di trasporto e parchi.

Tuttavia, secondo l’Accademia della Crusca la pratica è presente sin dal 1956, mentre nel ‘700 era invece rivolta agli artisti sgraditi a teatro.

Poiché è stato certificato che il fenomeno è in crescita e condiziona molte donne che non si sentono più libere di camminare per strada e indossare ciò che vogliono, la molestia verbale rivolta prevalentemente a donne incontrate per strada” è stata dunque giudicata reato in Francia, in Perù e negli Stati Uniti.

Il governo francese, infatti, nel 2018 ha approvato una legge che dichiara punibile il catcalling su strade o mezzi di trasporto pubblico con multe fino a 750 euro, oltre a una mora per comportamenti più aggressivi. In Perù vigono leggi contro simili pratiche dal marzo 2015 e negli Stati Uniti tali leggi vigono ad esempio in Ilinois.

In Italia, per adesso, non esiste un reato specifico per punire il catcalling. Tuttavia, se da un lato il cosìdetto “richiamo del gatto in amore” potrebbe divenire reato, dall’altro diverrebbe pretesto (e, anzi, lo è già) per molte presunte celebrità che cavalcherebbero l’onda del vittimismo, perché finalmente (o nuovamente) si parli di loro.

Dai fiaschi ai fischi, insomma.