Amenhotep III, from Thebes (Image credit: Richard Mortel)

“La seconda scoperta archeologica più importante di sempre dal ritrovamento della tomba di Tutankhamon”, così l’egittologa americana della Johns Hopkins University Betsy Bryan ha commentato l’annuncio dell’archeologo egiziano Zahi Hawass.

Hawass, ex ministro dell’Antichità e capo di una missione archeologica, ha comunicato infatti la scoperta delle rovine di una città risalente a 3 mila anni fa, nei pressi di Luxor. La città si chiamava Aten ed era da tempo ricercata da numerosi studiosi, finora senza successo. Sarebbe stato costruita all’epoca del regno di Amenhotep III, nel XIV secolo a.C. ed è stata riportata alla luce un po’ per caso. Gli archeologi infatti erano in realtà alla ricerca di un tempio funerario di Tutankhamon ma durante gli scavi si sono invece imbattuti nell’insediamento più grande di quel periodo. “Nel giro di poche settimane, con grande sorpresa della squadra, formazioni di mattoni di fango hanno cominciato ad affiorare in molte direzioni: era il sito di una grande città in un buono stato di conservazione, con mura quasi complete, e con stanze ricche di strumenti utilizzati nella quotidianità” si legge in un comunicato stampa.

“Aten ci dà un indizio sulla vita degli antichi egizi e ci aiuta anche a far luce su uno dei più grandi misteri di quel periodo: perché il faraone Akhenaton e sua moglie Nefertiti hanno deciso di trasferirsi dalla precedente capitale che si trovava ad Amarna” ha dichiarato Brian. La città è stata datata grazie alle iscrizioni geroglifiche trovate su vari oggetti, come vasi, ceramiche e mattoni di fango su cui erano stati incisi i sigilli del  re Amenhotep III.

A nord della città è stato scoperto anche un grande cimitero e infatti tra i ritrovamenti più curiosi figurano proprio alcune sepolture. Quelle insolite di una mucca e di un toro, e quella di una persona con le braccia distese lungo i fianchi e una corda avvolta attorno alle ginocchia. Starà agli studiosi indagare il mistero di queste misteriose tombe.
Intanto, Cairo spera che le recenti scoperte archeologiche fatte nel paese, di cui questa è la più recente, possano incentivare il turismo in un paese messo in ginocchio dal coronavirus.