A proposito del nuovo Polo sportivo e degli eventi

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A tarda ora riceviamo questo lungo articolo, che ci affrettiamo a pubblicare.

Nasce l’asse Pelli-Cavadini-Tognola-MPS-Minotti, tanto audace quanto variopinto. Minotti riprende per filo e per segno tutte le acerbe critiche degli oppositori, non fa sconti e non fa prigionieri.

La nostra opinione non cambia di un millimetro: la soluzione corretta del problema è la votazione popolare. Già, ma non siamo affatto certi che il NO vincerà.

Per una volta, in via eccezionale, scriveremo la fatidica frase: il testo non impegna il portale.

Ammettiamo l’esistenza di criticità? Sì. Ma non ci appaiono così soverchianti e implacabili come descritte nell’articolo. Non ci accodiamo a Pelli (che resta un nostro giovane amico) e neppure a Sergi.

NOTA BENE. 49 consiglieri comunali (su 55 votanti, crediamo) hanno votato Sì. Sono troppi? Non siamo in grado di giudicare. Sono tanti, questo sì.

Tutti i candidati PLR al Municipio abilitati a votare (Valenzano, Viscardi, Schnellmann, Cattaneo, Nacaroglu) hanno votato Sì.

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A Lugano suscita discussione il cosidetto Polo sportivo e degli eventi (PSE). Domenica scorsa su Teleticino abbiamo ascoltato il dibattito a cui hanno partecipato il sindaco Borradori, l’avv. Fulvio Pelli, Pino Sergi e il candidato PPD al Municipio Filippo Lombardi. Personalmente mi sono fatto da tempo un’idea ben precisa su questo progetto: si tratta del tipico progetto megalomane, che peserà pesantemente per decenni a venire sui contribuenti della Città di Lugano; un’ipoteca gravosa che l’autorità comunale si accinge a caricare sulla futura generazione di cittadini, limitando fortemente lo spazio di manovra per altre scelte di spesa della città al fine di rispondere alle esigenze dei prossimi anni!  È stupefacente il conformismo e la mancanza di senso critico che caratterizza la grande maggioranza dei politici attualmente in carica come consiglieri comunali della Città. Complici forse le elezioni che si terranno il 18 aprile, quasi nessuno ha osato assumere una posizione critica verso questo investimento colossale e azzardato, per la paura di farsi dipingere come “nemico dello sport” o altre amenità simili.

Va infatti subito sgomberato il campo da queste argomentazioni puerili: non si tratta di essere favorevoli o contrari a un nuovo stadio e a un nuovo palazzetto dello sport! Ma si tratta di valutare se il progetto accettato dal Consiglio comunale sia sostenibile e opportuno oppure no, e se l’investimento proposto sia ragionevole o se invece sia spropositato. Tutti penso siano d’accordo di approntare delle infrastrutture sportive all’altezza del principale centro ticinese che è Lugano, ma non è la stessa cosa se questa impresa costerà 50 milioni, 100 o 150 milioni o addirittura 200 o 300 milioni! Non c’è bisogno di essere municipale di Lugano, né di avere studiato in modo approfondito il dossier, per capire che il costo del PSE così come votato dal C.C., è un azzardo pericoloso. Soprattutto in questo periodo di incertezza sull’evoluzione dell’economia cantonale nei prossimi anni. 200 milioni (o più) per il PSE, fatalmente saranno soldi che mancheranno per altre sfide decisive per Lugano: per esempio il polo congressuale, di cui stranamente da qualche anno non si parla quasi più e che è stato messo in stand-by al fine di lanciare sulla corsia di sorpasso l’agognato polo sportivo. Agognato soprattutto dai potenziali utenti diretti, in primis il Football Club Lugano. Ma non pensiamo di sbagliarci di molto se affermiamo che a parecchi luganesi dei desiderata di Renzetti e del FCL ….non gliene potrebbe importare di meno! Qui va fatta un’osservazione più generale: questi club (un po’ in tutta Europa e anche nel nostro Paese) più che club sportivi sono attori di affari (e perdipiù tendenzialmente affari piuttosto opachi). Tutti i magnati e promotori immobiliari, ecc. che sponsorizzano le squadre di calcio (e anche di altri sport) di divisione nazionale, farebbero meglio ad avere contabilità più trasparenti e se capita a pagare le imposte dovute, piuttosto che investire nel mercato dei calciatori…….

Ma torniamo al polo congressuale: é evidente che per una città che si vuole turistica, la scelta strategica sarebbe quella di un polo congressuale all’altezza dei tempi e delle legittime ambizioni di Lugano. Polo congressuale significa infatti: turismo, alberghi pieni, ossigeno per il commercio cittadino; ma significherebbe (purtroppo dobbiamo usare il condizionale) anche irradiare il nome di Lugano sul piano internazionale, in sinergia con il LAC, aiutando tra l’altro a sostenere i costi di quest’ultimo, convogliando sullo stesso utenti internazionali. Ma se si spendono 200 o 300 milioni per il PSE, dove va a prendere i soldi la città per fare il polo congressuale (oltre a tutti gli altri progetti grandi, medi e piccoli che sono necessari per tutti i suoi quartieri e nei diversi settori)? Mi si dirà: con il partenariato con i privati! Sì, certo, ma i privati non fanno beneficenza: nella migliore delle ipotesi possono anticipare l’investimento, che la Città presto o tardi dovrà almeno parzialmente ripagare. Ciò significa aumentare gli oneri per la gestione corrente, alla fine finendo per pagare molto di più che non con un usuale prestito bancario; oppure, alternativamente, bisogna concedergli favoreggiamenti edilizi e pianificatori, andando con ciò a promuovere una iper-offerta di edifici residenziali e commerciali e una spaventosa cementificazione, quando vi è già un tasso di sfitto notevole; oppure tutte le due cose assieme. Proprio l’esempio del PSE è un esempio da manuale di come una città non dovrebbe agire. Infatti, oltre a pagare in leasing stadio e palazzetto dello sport (sborsando molto più che se li costruisse direttamente), la Città si è impegnata pure a occupare con uffici pubblici buona parte delle torri che lascia costruire ai privati (trasferendovi servizi oggi situati in stabili propri o della Cassa pensioni comunale). Ciò che, oltre a essere una scelta discutibile che porterebbe via dal centro centinaia di utenti degli uffici pubblici (tutta gente che mancherà ai bar e ai negozi cittadini), sarebbe probabilmente anche una scelta finanziariamente suicida per Comune e Cassa pensioni.

Un po’ scioccamente si è rimproverato a Fulvio Pelli di essere contrario alle Torri di Cornaredo per interesse personale (perché trasferendo uffici comunali dal centro allo stadio i negozi dei suoi fittavoli – e quindi indirettamente anche lui – ci perderebbero). Ma in realtà Pelli questa volta ha detto una sacrosanta verità, che è nell’interesse della cittadinanza luganese più ancora che in quello suo personale. D’altronde talvolta capita che sostenendo l’interesse proprio si favorisce anche quello della comunità e viceversa. Capitò anche al compianto Nano Bignasca quando sosteneva la necessità di un “Baustop”: il fatto che probabilmente lo dicesse perché temeva che i suoi stabili restassero sfitti, nulla toglieva al fatto che a moltissimi cittadini ciò sembrava una cosa più che ragionevole! Con la differenza che il Baustop si sarebbe dovuto applicare ai privati (e perciò secondo alcuni mancava di base legale), mentre quanto suggerisce Pelli è semplicemente una moderazione negli investimenti propri da parte della Città (costruendo solo quanto veramente necessario), ciò che è perfettamente fattibile.

A proposito di nuovo polo congressuale, da cittadino che ha sempre seguito un po’ le vicende di Lugano, ricordo bene che se ne parla da almeno 20 anni (se non 30); esattamente come per il Polo sportivo d’altronde e analogamente – prima di fissarsi sul LAC – a quanto si fece per il polo culturale. Incomprensibilmente, almeno per chi non era addentro alle segrete stanze del Regno di Giorgio Giudici, si rimandò ripetutamente di decidere, si cambiarono più volte le priorità e il luogo dove situarli, si rimescolò il mazzo di carte più di una volta. A un certo momento si ripiegò sulla scelta di prolungare di qualche anno la vita dell’attuale squallido Palacongressi, buttandoci dentro un pacchettino di milioncini per rimetterlo passabilmente in forma. È mancato quindi un tempismo delle scelte nel momento giusto, quando le finanze andavano ancora a gonfie vele. Ed è mancata la scelta delle giuste priorità, nonché una equilibrata e ragionevole commisurazione degli investimenti per i vari progetti. Come la crisi finanziaria della città negli anni 2011-2015 ben illustrò. “Priorità” è una parola abusata in politica, ma pochissimi hanno una nozione di cosa essa significhi. Parlare di commisurazione degli investimenti, poi, alle orecchie di certuni suona come lingua ostrogota. Un amministratore e un politico serio non può limitarsi a dire: “Il polo sportivo è prioritario e urgente”, ma deve anche adoperarsi per concepire e approntare un progetto dal costo sostenibile e ragionevole, che non ne precluda altri altrettanto o anche più importanti.

Al cittadino di Lugano personalmente consigliamo – del tutto disinteressatamente ma dal più profondo del cuore – di affrettarsi ad andare a firmare il referendum lanciato dall’MPS. Non abbiate remore: poco importa chi l’ha promosso; l’importante è rendersi conto che sostenendolo tutelerete i vostri interessi! Soprattutto se siete cittadini del ceto medio, che pagate una bella cifra di imposte comunali, questo progetto sciagurato potrebbe pesare nei prossimi anni sul vostro borsello in modo fastidioso, causandovi un incremento di imposte difficile da quantificare oggi con esattezza! È quindi preferibile, come dicevano i nostri vecchi, “restare ai primi mali” e non rischiarne di peggiori! Già il LAC ha avuto come conseguenza un aumento del moltiplicatore di “x” punti; il Polo sportivo inciderà in misura ancora maggiore. Ma anche se siete disoccupati, o beneficiari di aiuti sociali del Cantone o del Comune, state in guardia: perché una Città in bolletta e costretta ad aumentare il moltiplicatore per permettere a Renzetti di mantenere il FCL in Lega nazionale, non avrà più tanti soldini da distribuire a dritta e a manca. E anche gli aiuti cantonali potrebbero venire meno, perché se si ferma la “locomotiva” del Cantone, pure quest’ultimo dovrà stringere i cordoni della spesa!

Qualche apprendista-stregone keynesiano mi obietterà a questo punto: “ma i lavori per il PSE faranno girare l’economia dando lavoro a molte ditte”. Sì, certamente. Ma occorre sempre anche valutare se ciò che si va a costruire è necessario oppure no. Peraltro: anche scavando buche per poi ricoprirle il mese dopo, si darebbe lavoro a parecchie persone, eppure di solito non lo si fa…..

Paragonare Lugano a Leukerbad (il borgo termale dell’Alto Vallese che cadde in insolvenza perché si era indebitato allegramente al disopra delle proprie possibilità) sarà forse un po’ esagerato, ma rende l’idea.  Ragionate, amici luganesi: votate pure (la maggior parte di voi avrà già votato) gli attuali municipali il 18 aprile, se vi piacciono, ma quando in giugno verrà in votazione il Polo sportivo, andate a votare No. Perché l’onere fiscale aumentato cadrà sulle vostre spalle: non lo pagheranno mica né Badaracco, né Borradori, né la Zanini-Barzaghi! Avete una opportunità fenomenale (che ci è data dalla democrazia semidiretta svizzera) di disgiungere l’elezione dei rappresentanti cittadini dalla decisione su una spesa colossale, una spesa troppo grande per lasciarla decidere solo a una cinquantina di consiglieri comunali!

E nel frattempo correte a firmare il referendum. Di modo che, se va bene, il 1° Maggio Sergi e l’MPS potranno festeggiare la festa dei lavoratori, ma per voi luganesi diventerà la festa dei contribuenti, cioè dello scampato spreco colossale di denaro pubblico (una volta e mezzo quanto è costato il LAC!) !

Paolo Camillo Minotti