La poetessa Emanuela Rizzo ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, “Un cuore di Fico D’India”, edito da Bertoni Editore. DI origini pugliesi, Emanuela si è trasferita a Parma per scelta, per studiare senza mai dimenticare il calore ed i colori della terra natia. Ed è proprio un frutto tipico, quello che Emanuela sceglie, per inaugurare la sua prima monografia scritta: un cuore, che racchiuda l’amore per ogni cosa, di fico d’India, che rimandi alla calura estiva, alla lussureggiante bellezza del piacere.

Nella sua raccolta, già presentata online alla Fiera Virtuale del Libro Italia proprio per il solstizio di primavera, il 21 marzo 2021, Emanuela raccoglie la vibrante animosità dello scrutare il bello, belle sue forme più vare.

Emanuela sa trovare il bello nel quotidiano, anche nelle ore più buie: così, durante i tristi mesi del lockdown, ha lanciato l’iniziativa di grande successo con l’hashtag #iostoacasaequestaseravileggounapoesia in collaborazione con Rita d’Annunzio, il poeta Luca Ariano e col poeta Alessio Zanichelli (nipote del celebre poeta Attilio, di cui porta il suo cognome). 

Cuore di Fico d’India, racconta Emanuela, “è un inno alla bellezza e alla vita in un momento particolare della storia di tutti. In questa raccolta c’è tutto il mio amore per gli altri, per la natura, per la bellezza, per la vita in generale”. Incuriositi ed ammirati, noi di Ticinolive l’abbiamo intervistata.

C’è Baudelaire, con i fiori del male; c’è Pascoli, con Myricae, c’è Emanuela Rizzo, con Cuore di Fico d’India. Ogni poeta ha un titolo emblematico. Il suo cosa rappresenta?

Emanuela Rizzo con la sua raccolta di Poesie, “Cuore di Fico d’India”

Il mio rappresenta quello che sono e la mia anima green. Avevo letto un articolo tempo fa sulle potenzialità del Fico d’india di sfamare la popolazione nel futuro, quando le risorse sarebbero scarseggiate. Non si mangia solo il frutto del fico d’india, si costruiscono mobili, si realizzano abiti, si possono mangiare le pale, si può piantare nelle case, limita gli effetti nocivi dell’inquinamento e richiede poche cure. Il fico d’India è generoso come me e chiede poco per sé stesso. Il fico d’India è il futuro sicuramente, un futuro con poche risorse che indurrà a rivalutare tanti aspetti della nostra vita.

Le manca la sua Puglia natia? Cosa permane di essa nelle Sue poesie?

La Puglia mi manca sempre e sono tante le mie poesie a lei dedicate. In Puglia vive la mia famiglia d’origine e tanti miei affetti. Per me le radici sono e saranno sempre una presenza ferma nella mia vita. Difatti sulla copertina del mio libro è presente il dipinto “Salento” realizzato da mio fratello Fabio Rizzo. Amo molto anche Parma, città adorata in cui vivo, diciamo che sento di avere due case colme di radici ora e le amo entrambe.

Ha un modello poetico a cui si ispira?

Leggo tanta poesia, diciamo che tra i miei poeti preferiti c’è Emily Dickinson.

Scrivere poesie che elogino la bellezza, non è semplice di questi tempi. Come le riesce?

E’ naturale per me cogliere la bellezza ovunque. È il mio modus vivendi da sempre.

Come riesce a vedere il bello in ogni cosa?

Lo vedo perché nasce dal bello ogni mia azione. Ho il culto della bellezza.

Quanto influisce, a parer Suo, la personalità del poeta, nella poesia?

Tantissimo, la propria natura dà forma a tutto.

Se si potesse fare un viaggio nel tempo, quale epoca sceglierebbe di visitare?

Sicuramente il Medioevo, lo adoro.

Si ritiene poetessa nel tempo o di un’altra epoca?

Ho un piede nel passato e uno nel futuro, sempre.

Le piace questa epoca?

Per alcuni aspetti sì è per altri no ma ogni epoca ha due facce, bisogna partire da quello che c’è e trasformare ciò che non si gradisce, nei limiti del possibile ovviamente.


Lei è impegnata anche nel sociale, come?

Ho fatto volontariato in passato. Ora contribuisco culturalmente con servizi di fruizione culturale gratuiti a dare il mio contributo.

Se si potessero apportare dei miglioramenti a questa società, quali sarebbero?

Servirebbe sensibilizzare le persone all’inclusione sociale, le discriminazioni di qualsiasi tipo sono fuori luogo. Mi piacerebbe anche che non ci fosse più la necessità di sottolineare la differenza di trattamento tra uomini e donne e soprattutto sarebbe opportuno che episodi di violenza non vi fossero più, né nei confronti delle donne, né nei confronti di nessun altro essere vivente ed elemento della natura, perché anche la natura subisce violenza da parte dell’uomo quando non viene rispettata.


Quali sono le Sue prossime iniziative? Ed i Suoi progetti letterari?

Di continuare con la poesia. Ora stiamo traducendo poeti stranieri, il nostro obiettivo è la condivisione globale della poesia.


Ha un suo motto, che rappresenti la Sua filosofia di vita?

Sii quello che sei sempre. Non ti fare fermare da nessuno.

Intervista a cura di Chantal Fantuzzi