Nella giornata di ieri, l’ex agente di polizia Derek Chauvin è stato dichiarato colpevole dell’omicidio di George Floyd, l’uomo di colore ucciso a Minneapolis lo scorso 25 maggio durante un arresto. Le immagini della morte di Floyd avevano fatto il giro del mondo: sdraiato a terra, con il collo costretto sotto il ginocchio del poliziotto, l’uomo annaspava per cercare aria ma alla fine non ce l’ha fatta ed è morto per soffocamento. Le immagini mostrano che al momento dell’arresto Floyd era disarmato e che Chauvin non aveva allentato la pressione neanche dopo che l’uomo era svenuto. Neanche i suoi colleghi avevano fatto qualcosa per evitare la morte di Floyd. Quando fu portato all’ospedale, i medici poterono soltanto constatarne il decesso.

L’uccisione di George Floyd aveva provocato un’ondata di manifestazioni e proteste da parte di numerosi cittadini americani contro le violenze e gli abusi delle forze dell’ordine nei confronti di persone di colore.

Il processo a Chauvin era iniziato lo scorso 29 marzo e ha coinvolto circa 45 testimoni. La difesa, l’avvocato Eric J. Nelson, ha cercato di fare leva sul fatto che Floyd aveva assunto degli oppiacei poco tempo prima dell’arresto. Tuttavia, il referto dell’autopsia afferma che la causa della morte sia stato un “arresto cardiopolmonare avvenuto come complicazione del blocco, della sottomissione e della compressione del collo da parte delle forze dell’ordine”. Nelson ha inoltre cercato di convincere la giuria di non concentrarsi soltanto sui 9 minuti di video che sono stati resi pubblici ma prendere in considerazione l’intero contesto, ovvero il quarto d’ora precedente al video in cui Floyd avrebbe opposto resistenza attiva agli agenti.

Il procuratore Steve Schleicher invece, ha sottolineato che Floyd non rappresentava in alcun modo una minaccia: “Non stava cercando di far del male a nessuno. Tutto ciò che chiedeva era un po’ di compassione. E non ne è stata mostrata alcuna, quel giorno”. Ha inoltre ricordato che Chauvin ha continuato ad esercitare pressione sul collo di Floyd anche dopo che i suoi colleghi avevano constatato che l’uomo non aveva più il polso.

Si dovranno aspettare 8 settimane per conoscere a quale condanna andrà incontro Chauvin e fino ad allora egli rimarrà in carcere. Il processo contro gli altri agenti presenti sul luogo, Thomas Lane, J. Alexander Kueng, e Tou Thao, comincertà ad agosto.

In seguito alla condanna, Joe Biden ha parlato alla nazione e ha invitato il senato ad approvare una riforma della polizia intitolata a Floyd: “Non dobbiamo pensare di aver finito, non dobbiamo distogliere lo sguardo. Dobbiamo continuare a sentire quelle parole, ‘io non respiro’, ‘io non respiro’. Quelle sono state le ultime parole di George Floyd, non possiamo lasciare che muoiano con lui”. Ha poi aggiunto: “Niente può riportare indietro la vita di un fratello, di un padre, ma questo può essere un passo gigantesco nella marcia verso la giustizia in America”.