Aggiornamento. In realtà l’incontro a Bruxelles si è rivelato inconcludente (vedi commento)

Guy Parmelin, presidente della Confederazione Elvetica, ha incontrato la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen.

Pamelin ha dichiarato ai media che l’Ue vuole costruire relazioni stabili e coerenti con la Confederazione, attraverso un accordo istituzionale.

L’incontro è incominciato alle 10.00, svariate le tematiche trattate, tra tutte, però, spiccava l’accordo istituzionale, seguito da tre punti comunque controversi e probabilmente ad oggi ancora irrisolti: si tratta della protezione dei salari, degli aiuti di Stato e della direttiva sulla cittadinanza europea che amplia l’accesso alle prestazioni sociali per i cittadini dell’UE.

L’accordo istituzionale è la questione spinosa che vede impegnate Svizzera e Ue in difficili negoziati da anni.

Successivamente all’incontro, la Von der Leyen, ha dichiarato che un’intesa potrebbe essere possibile, previa, però, flessibilità da entrambe le parti.

Il presidente della Confederazione ha dal suo canto dichiarato che le relazioni con l’Ue, sono “preziose” e che, negli ultimi anni vi sono state discussioni intense. Pur difficili, le trattative sono state condotte con molto impegno.

Svizzera e Ue concordano sul fatto che raggiungere un’intesa sia necessario e che le discussioni produttive debbano continuare. Lo ha affermato anche il predecessore della Von der Leyen, ovvero l’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.

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COMMENTO

In realtà la situazione non si è sbloccata. L’UDC canta vittoria: l’Accordo quadro è fallito e la Svizzera lo deve dichiarare ufficialmente.

Ovvio che si guarderà bene dal farlo e i negoziati si trascineranno ancora. PLR e PS vogliono continuare a discutere sui 3 eterni temi: la protezione dei salari, gli aiuti di Stato e la cittadinanza europea. Se si trovasse un faticoso accordo su questi punti, pensano e dicono, si potrebbe firmare.

Per l’UDC, chiaramente, questa è un’eresia. L’Accordo quadro comporterebbe una perdita inaccettabile di sovranità per la Svizzera. Le nostre stesse istituzioni democratiche ne sarebbero minacciate.

Il timore più grande del Consiglio federale è quello di sottoscrivere un accordo che venga rifiutato dal popolo.