Il Presidente Joe Biden è cattolico, ma è anche pro-aborto e pro matrimonio gay. Tali fatti, – nientemeno che mere contraddizioni – hanno creato un tafferuglio nella Chiesa americana e adesso che la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha deciso di a votare un documento durante la riunione annuale di giugno, nel quale si chiarirà tale contraddizione, stabilendo se il Presidente Joe Biden e altri funzionari pubblici dichiaratamente cattolici possano professarsi tali e ricevere la Comunione pur continuando a sostenere pubblicamente l’accesso all’aborto.

A riferirlo è l’agenzia statunitense AP che riporta anche le parole dell’Arcivescovo metropolita di Kansas City, Mons. Joseph Naumann, Presidente del Comitato per le attività pro vita dell’USCCB: “Poiché il Presidente Biden è cattolico, presenta un problema unico per noi e potrebbe creare confusione… Come può dire di essere un cattolico devoto e mentre sta facendo queste cose in contrasto con l’insegnamento della Chiesa?”.

Già un mese fa, in merito alle posizioni abortiste di Biden, il cardinale conservatore Raymond Leo Burke aveva chiamato il Presidente “apostata”, evidenziando le contraddizioni tra il dichiararsi cattolico e il portare avanti istanze non in linea con gli ideali della Chiesa. Burke, che è anche l’ex capo del Tribunale della Segnatura e l’ex patrono dell’Ordine di Malta aveva perciò scritto sul sito che porta il suo nome: “I politici pubblicamente e ostinatamente favorevoli all’aborto e al matrimonio omosessuale non possono ricevere la comunione”.

Così a giugno la Chiesa statunitense voterà se concedere o meno l’eucarestia a Biden: l’ala conservatrice dell’episcopato americano è già contraria, anche se, in base al diritto canonico i cattolici rispondono alle direttive dei vescovi locali e nelle due diocesi in cui Biden va in chiesa, che sono il Distretto di Columbia e il Delaware. Sino ad ora Joe Biden non ha mai incontrato obiezioni al fatto di frequentare la Chiesa e ricevere il sacramento, ma a giugno qualcosa potrebbe cambiare.

La decisione dei vescovi in termini politici riguardanti le pratiche delicate sulla vita umana pesa, già nel 2004, 183 vescovi contro 6 vinsero con la decisione di lasciare la decisione di concedere o meno il sacramento ai politici pro-aborto ai singoli vescovi.

L’episcopato cattolico stesso è diviso tra conservatori pro Trump e sostenitori di Biden: lo scorso novembre la spaccatura tra i sostenitori dell’anti abortista Trump e del pro abortista Biden era evidente.  

Pontefici quali Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI avevano nominato alcuni vescovi “falchi” con il compito di vegliare sulle decisioni anti cattoliche dell’episcopato stesso, tra essi l’arcivescovo Salvatore Cordileone e Raymond Burke. Un Pontefice, invece, come Papa Francesco ha nominato prelati progressisti come l’arcivescovo di Washington Wilton Gregory, primo cardinale americano di colore, con posizioni pro-Biden, il quale ha invece dichiarato che Biden è il benvenuto a ricevere la Comunione nelle chiese che sovrintendono.

Il documento che è in lavorazione è il risultato di una decisione presa a novembre dal Presidente dell’USCCB, Mons. José Gomez, Arcivescovo metropolita di Los Angeles, di costituire un gruppo di lavoro per affrontare la “situazione complessa e difficile” causata dalle posizioni di Biden sull’aborto incoerenti con il dichiararsi cattolico da parte del Presidente. Naumann ha fatto sapere che la questione sarà discussa alla riunione dell’USCCB a giugno e i vescovi voteranno se il Comitato dovrà continuare a lavorare sul documento in modo che possa essere reso pubblico successivamente, aggiungendo che sarà necessaria una maggioranza di due terzi per procedere con il lavoro.

il Vescovo di Lexington, Mons. John Stowe, teme che la posizione anti abortista e coerente con la Chiesa dell’ USCCB sull’aborto si ponga contro le esortazioni di Papa Francesco, che si volge, invece, a una Chiesa meno conservatrice ed attenta, invece, al cambiamento climatico, anche il Vescovo di San Diego, Mons. Robert McElroy critica l’iniziativa dell’USCCB di mettere a votazione il diritto al sacramento di Biden.

Come controcanto alle posizioni “moderniste”, invece, c’è la posizione di una ben nutrita schiera di vescovi coerenti con la Chiesa, come l’Arcivescovo metropolita di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone che ha dichiarato che “c’è un crescente senso di urgenza” poiché “L’aborto non è solo una delle tante questioni importanti… È un attacco diretto alla vita umana”. Secondo Cordileone Biden necessita di essere “scosso nella propria coscienza” e di capire “lo scandalo che viene causato quando si dice di essere cattolici fedeli e tuttavia ci si oppone alla Chiesa su un concetto così basilare”.

Secondo il Cardinale americano Raymond Burke Biden potrebbe essere anche scomunicato, inoltre, i vescovi già turbati dalla posizione di Biden sull’aborto sono diventati più costernati da tre misure prese dal suo governo a metà aprile, come la revoca delle restrizioni sui finanziamenti federali per la ricerca che coinvolge il tessuto fetale umano, l’annullamento di un provvedimento varato invece da Trump che cercava di sensibilizzare e di mettere restrizioni sulle pratiche abortive. Biden, al contrario, ha infatti fatto sì che le donne che cercano la pillola abortiva non siano tenute a visitare uno studio medico o una clinica durante la pandemia COVID-19, consentendo alle donne di ottenere una prescrizione tramite telemedicina e a ricevere la pillola per posta.

 “Biden “ ha detto Mons. Naumann “Non ha l’autorità per insegnare cosa significa essere cattolico. Questa è la nostra responsabilità come vescovi”, ha detto Naumann. “Intenzionale o meno, sta cercando di usurpare la nostra autorità”.

Il Vaticano, dal canto suo, non si è pronunciato sulla questione specifica della Comunione e dei politici che sostengono l’aborto, nonostante il diritto canonico interno della Chiesa afferma che le persone in una situazione di peccato persistente non dovrebbero essere autorizzate a ricevere la Comunione.

Nel 2004 il futuro Papa Benedetto XVI, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, disse ai vescovi statunitensi che i sacerdoti “devono” negare il sacramento se un politico va a ricevere la Comunione nonostante esista una “ostinata persistenza in un grave peccato manifesto”, compreso il peccato di condurre costantemente campagne per leggi permissive sull’aborto.

I vescovi, però, votarono a favore della politica attualmente in atto che consente ai vescovi di decidere autonomamente se rifiutarlo. A giugno, però, molte cose potrebbero cambiare: anche se il documento non cercherà di sminuire l’autorità decisionale dei vescovi, metterà l’onere della responsabilità sui cattolici che hanno ruoli importanti nella vita pubblica”, come dichiarato da Mons. Cordileone

L’Arcivescovo metropolita di Denver, Mons. Samuel Aquila, che ha criticato aspramente la posizione di Biden sull’aborto, ha detto all’AP che è a favore della formulazione di una politica nazionale sulla Comunione, sostenendo che i vescovi dovrebbero prima avere una conversazione privata con delle persone ritenute in stato di peccato e negare la Comunione se persistono.

Edward Peters, docente di diritto canonico al Sacred Heart Major Seminary di Detroit, ha dichiarato che “Il cattivo esempio dato da alcuni cattolici di alto profilo che costantemente non riescono a proteggere la vita umana innocente è sicuramente una di quelle questioni”. Anche se Margaret McGuinness, un professore di religione all’Università La Salle di Filadelfia, sostiene che negare la comunione a Biden non scuoterà né la sua fede né produrrà qualcosa di costruttivo, poiché la maggioranza dei cattolici statunitensi, secondo i sondaggi, afferma che l’aborto dovrebbe essere legale almeno in alcuni casi, l’incoerenza di Biden a giugno potrebbe giungere ad una svolta.