Una delle foto, rilasciate dal Tribunale, rese pubbliche a trent'anni dall'omicidio del vicebrigadiere di Polizia Antonino Custra, ucciso nei violentissimi scontri che scoppiarono il 14 maggio del 1977 a Milano durante una manifestazione di giovani dell'Autonomia. ANSA

Continua la fine della dottrina Mitterrand

Jean-Pierre Mignard, oggi ha 70 anni ed è uno dei più noti avvocati di Francia: aveva difeso Raffaele Ventura, condannato a 20 anni per concorso nell’omicidio del vice brigadiere Antonio Custra. Secondo Mignard, Emmanuel Macron avrebbe negato all’allor vicepremier Salvini ciò che or sembra concedere a, premier Mario Draghi. Dopo l’arresto del suo assistito nell’ambito dell’operazione Ombre Rosse che ha visto coinvolte insieme Francia e Italia, Mignard accusa Macron di aver “tradito” la dottrina Mitterrand per aver acconsentito alla richiesta italiana del governo Draghi, e non a quella di Salvini, che era stata, invece, respinta.

Mignard annuncia ricorsi a Strasburgo, e dice di comprendere “l’amarezza delle vittime e di essere assolutamente consapevole dei loro lutti” ma anche di “voler difendere il senso originario della dottrina Mitterrand” alla quale egli stesso ha collaborato. Coi terroristi, dice, “avevamo stretto un patto: voi rinunciate a compiere qualsiasi reato e noi vi regolarizziamo”.

La dottrina Mitterrand volge comunque al termine, e dopo l’arresto di sette dei dieci terroristi ricercati per collaborazione tra Francia e Italia, l’ex terrorista Maurizio di Marzo, coinvolt nell’omicidio del vicebrigadiere, dopo essersi rifatto una vita a Parigi ed aver aperto un ristorante nel luogo dove sorgeva la Bastiglia è, ad oggi, ancora in fuga.

L’omicidio da parte delle Brigate Rosse dell’agente Custra, schierato con il resto del suo reparto, avvenne il 14 maggio 1977, quando, Per protestare contro l’arresto di due avvocati, Giovanni Cappelli e Sergio Spazzali, iscritti a Soccorso Rosso Militante, di alcuni militanti appartenenti a organizzazioni della sinistra extraparlamentare, autonomamente armati, protestarono a Milano, con un corteo proveniente dal carcere di San Vittore e diretto in piazza del Duomo. Il corteo fu intercettato dagli agenti della celere, in breve tempo la manifestazione degenerò in una vera e propria battaglia e gli autonomi iniziarono ad aprire il fuoco contro gli agenti e l’agente Antonio Custra fu colpito da uno dei proiettili sparati da una pistola Beretta 7,65 dagli autonomi di estrema sinistra, l’agente, di 25 anni, fu colpito al volto, il proiettile gli trapassò la visiera del casco, uccidendolo. Lasciò la moglie incinta, che partorì poco dopo.