di Carlo Curti

Livorno – Immagine Pixabay

Avrebbe dovuto chiamarsi così il primo cucciolo della Dora, il pastore tedesco del nonno, ma le cose presero un’altra piega. A quel tempo sognavo di diventare “ufficiale di marina” e per questo mi feci accompagnare dal nonno nella città dove aveva sede l’Accademia più vicina, Livorno appunto. Conclusa la visita, nell’avviarsi verso la stazione per il ritorno, il nonno sgattaiolò dietro il telaio di un cartellone pubblicitario per liberarsi di un bisogno impellente. Visto e preso! Un vigile urbano lo interruppe “sul più bello” con garbata professionalità:

I servizi pubblici sono a circa centocinquanta metri, qui non può farla, favorisca un documento!

-Scusi, non siamo del posto, ma proprio non la tenevo più. Questa le va bene? Rispose il nonno allungando il braccio con in mano la tessera del PCI del 1956 autografata da Togliatti. Il vigile guardò il documento e aggiunse:

-Classe ’95. Ha fatto la grande guerra?

-Certo, come ufficiale dei “Bersaglieri” e anche la seconda, ma da imboscato sull’Appennino.

-Guardi che siamo a luglio e i bollini di rinnovo si fermano a febbraio, favorisca mettersi in regola; comunque i dati che mi servono per il rapporto ci sono tutti. Riceverà una comunicazione in merito al suo domicilio. Buon viaggio!

Arrivammo in stazione appena in tempo per non perdere il treno. Fu allora che il nonno ruppe il silenzio che durava da quando avevamo lasciato il vigile.

Giornata balorda: Tu non mi sei sembrato particolarmente contento dalla visita in Accademia, io ho fatto la parte del bischero e tutti e due abbiamo rischiato di perdere la coincidenza per tornare a casa. La tessera del Partito te la regalo, sento che sta diventando carta comune e di bollini non ce ne metto più.

Finì che l’attrazione per l’Accademia scomparve, il primo cucciolo della Dora si chiamò Lupo e il nonno vide giusto sulla perdita della carica propulsiva del Partito. Da allora non mi risulta che la contravvenzione sia arrivata a domicilio e la tessera del ’56 fa ancora bella mostra di sé su una mensola della libreria.