Ho scelto questo testo, che ho ricevuto per mail, per evidenziare la divaricazione immensa, insuperabile, che sussiste tra gli estremi “politici” – ma potrei dire mentali – della nostra società.

La declamazione è ben scritta, dopo tutto sono dei letterati, e magniloquente; i toni sono esaltati oltre il limite del ragionevole. Ma corrispondono alla realtà o a una febbricitante fantasia? Che cosa direbbero le normali e poco considerate persone di buon senso?

Il Municipio deve governare la Città e non può farsi prendere a pesci in faccia dai molinari, anche se a loro il poeta Pusterla ha dedicato una meravigliosa poesia.

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La Casa della Letteratura per la Svizzera italiana ha assistito con sgomento e viva preoccupazione alla violenza di cui è stata vittima un’altra Casa della cultura, la comunità CSOA Il Molino di Lugano, demolita nel corso di un’operazione di polizia nella notte del 29 maggio.

Presso il Molino, sono nate o per molto anni si sono svolte molteplici manifestazioni culturali, letterarie, musicali, cinematografiche, politiche, di non secondaria importanza sulla scena luganese e svizzero-italiana (il Ticino Poetry Slam nel 2013/14; il Morel, il Fiaska, il Casotto e molte esperienze di teatro sperimentale). (…)

La sproporzione nell’uso della forza, il gesto di intolleranza e di spregio che l’hanno resa possibile, la violazione delle fondamentali norme etiche e democratiche: tutto questo e molto altro ancora non può che preoccupare gravemente chi ha sempre posto l’idea della coabitazione e della mediazione culturale al centro del proprio progetto.

Le ruspe che hanno abbattuto una parte del Molino hanno colpito, oltre a una comunità degna di rispetto, un simbolo importante, un’idea di cultura alternativa ventennale che merita ascolto, attenzione e accoglienza. La demolizione avvenuta con il favore delle tenebre, evidentemente orchestrata in segreto, è a sua volta un gesto, oltre che materiale, simbolico, il cui significato è profondamente inquietante.