A combination of file photos show Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu at a news conference in Tel Aviv, Israel, March 8, 2021 and Israeli Education Minister Naftali Bennett during a reception in Jerusalem May 14, 2018. Miriam Alster/Pool via REUTERS and REUTERS/Ammar Awad

L’accordo di governo è stato siglato da otto partiti di opposizione: i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, i partiti di destra Casa Nostra, Yamina e Nuova Speranza, i Laburisti, il partito di sinistra Meretz e il partito di arabo-israeliani Lista Araba Unita: il primo partito arabo nella Storia d’Israele. Ma il primo ministro sarà Naftali Bennett, la destra radicale ebraica contro le politiche filopalestinesi ed anti-ebraiche.

Herzog è il nuovo presidente di Israele. La formazione del nuovo governo, composto dagli oppositori del premier Benjamin Netanyahu e dal leader dell’opposizione stessa, il centrista Yair Lapid, è stata comunicata a pochi momenti dalla scadenza di mezzanotte evitando così al Paese quella che sarebbe stata la quinta tornata elettorale in soli due anni.

In Israele si porrà così fine ai 12 anni di governo ininterrotto del Likud, il partito conservatore del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Dopo che a inizio maggio era scaduto il termine dato a Netanyahu per provare a formare un governo, infatti, l’incarico era stato affidato al capo del principale partito di opposizione, l’ex giornalista televisivo Yair Lapid del partito centrista Yesh Atid, con la clausola di tentare a formare un nuovo governo entro il 2 giugno. E Lapid ce l’ha fatta, proprio allo scadere della mezzanotte.

Il leader dell’opposizione Yair Lapid e il suo principale alleato della destra radicale, Naftali Bennett, contano una coalizione di governo che comprende otto partiti: i centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, con i laburisti e la sinistra radicale di Meretz, insieme ai partiti nazionalisti di destra Yisrael Beiteinu, New Hope e Yamina.

È strano come, da un lato, per la prima volta partecipa ufficialmente alla formazione di un esecutivo dello Stato ebraico un partito arabo-israeliano – i conservatori islamisti di Ra’am mentre, dall’altro lato, la destra radicale di Naftali Bennett promette pugno di ferro contro le politiche palestinesi anti-ebraiche.  L’accordo trovato prevede infatti che fino al settembre del 2023 il primo ministro sia proprio Naftali Bennett, di Yamina, che poi dovrà lasciare l’incarico al leader di Yesh Atid, Yair Lapid.

Yair Lapid ha assicurato al presidente Reuven Rivlin che “il governo farà di tutto per unire la società” che il nuovo governo da lui messo insieme “lavorerà al servizio di tutti i cittadini israeliani” e “farà di tutto per unire tutte le parti della società israeliana”.

Dal canto suo Rivlin fa le “congratulazioni a Yair Lapid ed ai leader dei partiti che hanno formato la coalizione di governo.” E aggiunge: “Ora ci aspettiamo che la Knesset si riunisca il prima possibile per ratificare il governo come richiesto dalla legge”.

La coalizione dovrà in tutti i casi ottenere la fiducia dal Parlamento israeliano: il voto è previsto per la prossima settimana.

Si dicono già contro alla fiducia del nuovo governo, i parlamentari Amichai Chikli e Nir Orbach, di Yamina: senza il loro voto, la coalizione avrà dunque bisogno dell’appoggio di almeno un parlamentare di altri partiti per ottenere la fiducia. Potrebbe anche essere, come ipotizzato dal Times of Israel che Orbach si dimetta prima della fiducia, venendo sostituito da un parlamentare del suo stesso partito, favorevole, però, alla nuova coalizione di governo.