di Maruska Ortelli, Presidente gruppo Lega dei Ticinesi Lugano

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Il “caso macello” avrà senz’altro degli aspetti legali, ma è prioritariamente politico. Mediante le reiterate provocazioni dei molinari si cerca di mettere il crisi il Municipio, che – piaccia o non piaccia, ed è chiaro che può non piacere – è stato confermato dal voto popolare nell’aprile scorso.

Una possibile lettura (ipotetica) degli ultimi eventi è la seguente. Provocazione (8 marzo) inducendo il Municipio a intimare lo sgombero e a fissare un termine di tempo per l’evacuazione. Poi costringere il Municipio ad agire per non perdere la faccia e sperare in una reazione eccessiva.

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Lo smantellamento dell’ex Macello di Lugano, durante la notte di sabato sera, non ha placato gli animi degli autogestiti. Tant’è che ieri, lunedì, oltre 300 persone hanno pensato di violare l’intimità del sindaco Marco Borradori andando sotto casa sua minacciandolo. Ennesima manifestazione non autorizzata ed ennesima prova che la scelta attuata dal Municipio cittadino sull’ormai EX centro sociale sia stata la più giusta.  

Gli atteggiamenti di questi facinorosi, fomentati dalle ventate di odio della sinistra politica, non si possono più tollerare. Noi, come Gruppo Lega dei Ticinesi di Lugano, sosteniamo le scelte dell’Esecutivo e esprimiamo la nostra vicinanza al sindaco Borradori. Un momento non facile, ma che sicuramente, grazie alla sua grande esperienza e alla sua intelligenza, riuscirà a superare nel miglior modo possibile. 

Come Gruppo Lega, auspichiamo che le autorità intervengano prendendo i dati dei più esagitati. Lugano non ha bisogno di queste persone per andare avanti. Il futuro è nella democrazia e in uno stato libero da queste prove di forza inutili e sterili. Nessuno è contro all’autogestione, ma quest’ultima deve essere fatta nel pieno rispetto della legalità. Pensiamo alla Rote Fabrik di Zurigo: uno spazio aperto a tutti, un centro culturale rinomato in tutta la Svizzera.