macello  demolizione, molinari

“Non lo avete ancora capito, molinari, che chi ora straparla in difesa dell’autogestione (certi politici, certi avvocati, certi giornalisti) di stato illegale, di arroganza del potere, di violazione di queste e quelle regole, sembra vi stia sostenendo ma sotto sotto vi sta usando per regolare conti post elettorali o di lunga data, perché se non sei dei loro sei fascista, salviniano, populista e altre baggianate?”

Claudio Rossi, lettera al CdT

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La catastrofe del macello presenta varie chiavi di lettura ma, tra tutte, quella proposta dal lettore ci sembra la più realistica. Si va dal 18 aprile al 29 maggio, da una cocente sconfitta a un’insperata chance di recupero.

Il Municipio 5/7 è caduto in una trappola? Alcuni lo pensano e potrebbe essere vero. Ha ceduto alla martellante provocazione? Non si può escludere. La campagna mediatica, durante 14 giorni, è stata abilissima e vasta. Nell’edificio fatiscente in riva al Cassarate lasciano intendere che abitasse Leonardo da Vinci in persona. Hanno distrutto la sua casa.

Come abbiamo già scritto (repetita iuvant) la situazione è sospesa. Ci vuole qualcosa di nuovo – una decisione, un atto giudiziario, una rivelazione, un crollo – per sbloccare l’impasse.

Gli attori sono 6: il Municipio, la Polizia cantonale, il Dipartimento istituzioni, la Polizia comunale; la sinistra radicalrossoverde con i media, la maggioranza silenziosa.