Würzburg, Germania. Nel centro della città, a Barbarossaplatz, un uomo di origine somala ha urlato “Allah akhbar” e si è scagliato, armato di coltello, contro i passanti. Il bilancio è tragico: tre morti e undici feriti, cinque dei quali sono in gravi condizioni, in prognosi riservata.

L’attentatore è stato colpito da un agente di polizia con un colpo di pistola alla gamba, e non è stato ucciso. Sta bene, non è in pericolo di vita. 

Secondo i primi rilevamenti, l’uomo avrebbe 24 anni, e “soffrirebbe di gravi disturbi psichici”.

Estremismo islamico palese, problemi psichici apparenti. Tutte le informazioni sono state riferite in conferenza stampa dal ministro dell’Interno bavarese, Joachim Herrmann. «L’aggressore – ha puntualizzato lo stesso ministro – era stato recentemente ricoverato in un ospedale psichiatrico».

Dal suo account Twitter, la polizia invita ad “astenersi dal fare supposizioni”.

La strage è avvenuta poco prima delle 17, quando la polizia è stata allertata. Un passante ha cercato di disarmare l’attentatore, gettando la propria giacca sul coltello del terrorista.

La bella città bavarese non è nuova, purtroppo, agli attentati di matrice islamica. Il 18 luglio del 2016 un 17enne afgano, armato di ascia e coltelli, salì su un treno locale diretto a Wurzburg, urlando «Allah akhbar» e ferendo quattro passeggeri. Fu ucciso dalla polizia.