Donald Trump e il suo fiduciario e responsabile finanziario Allen Weisselberg, per anni hanno gestito i conti della Trump Organization e insieme, come testimoniato sotto giuramento dallo stesso ex presidente durante una causa del 2007, hanno preparato i bilanci che venivano condivisi con gli istituti bancari al fine di valutare i mezzi finanziari aziendali.

Il Procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance Jr. da tre anni lavora sui documenti fiscali prodotti dal responsabile finanziario, indagando su possibili false dichiarazioni indirizzate a frodare sia le banche che le autorità fiscali.

Giovedì, l’Ufficio del procuratore ha incriminato Weisselberg e la Trump Organization con l’accusa di evasione fiscale.

Lo schema fiscale messo in atto, avrebbe permesso a Weisselberg di non pagare per anni tasse su auto, appartamenti e altri benefit ricevuti dalla Trump Organization. Le accuse, considerate un crimine negli USA, sono state avanzate per aver contabilizzato come compensazioni benefici che hanno evitato intenzionalmente di pagare le imposte oltre ad aver falsificato i documenti aziendali.

Accuse che servono a mettere a dura prova Weisselberg per convincerlo a testimoniare contro l’ex presidente.

Trump, che non è stato menzionato nei documenti di accusa, ha definito le accuse come una “disgrazia” guidata dalla politica. “La caccia alle streghe da parte della politica dei democratici della sinistra radicale continua. Sta dividendo il nostro paese come mai prima d’ora!”, ha dichiarato dopo le accuse di associazione a delinquere e frode fiscale, e ha incolpato i pubblici ministeri di fare pressioni sul suo responsabile finanziario perché gli si rivolti contro. “Vogliono che menta contro di me”, ha aggiunto Trump.

Weisselberg si è presentato ai pubblici ministeri di New York giovedì stesso, dichiarandosi non colpevole di tutte le 15 accuse, tra cui evasione fiscale, cospirazione, furto aggravato e falsificazione di documenti aziendali. Accuse che affermano che Weisselberg abbia contribuito ad orchestrare uno schema per risarcire sé stesso e altri dirigenti della Trump Organization con entrate non dichiarate. Accuse abbastanza gravi da far pressione a Weisselberg e indurlo a  collaborare con i pubblici ministeri nell’indagine penale.

Donald Trump è invischiato in due indagini: quella penale del Procuratore distrettuale Cyrus Vance Jr., e quella criminale del Procuratore generale dello Stato di New York, Letitia James. Entrambi hanno approfondito le finanze personali dell’ex presidente e delle sue aziende per anni.

Weisselberg, è una delle poche persone della Trump Organization ad aver trattato direttamente con Trump sulle questioni finanziarie. A parte valutare la sua lealtà in caso di aumento dei pericoli legali, con il rischio per Weisselberg di una condanna di 15 anni di prigione, le conseguenze immediate di questa faccenda sono abbastanza gravi.

L’atto di accusa metterà in pericolo le relazioni bancarie e commerciali della Trump Organization, accompagnandola seriamente di fronte ad un potenziale rischio aziendale indipendentemente da come andrà il contenzioso. Gli analisti sostengono che i finanziatori potrebbero ritirare i loro versamenti o addirittura richiedere il rimborso dei prestiti con diverse cause legali che ruoteranno intorno all’Organizzazione. I considerevoli prestiti includono delle clausole che dicono che il creditore può richiedere il rimborso completo e immediato se il mutuatario è incriminato.

“Il semplice fatto di un atto di accusa, potrebbe potenzialmente devastare un’azienda, anche prima del processo”, ha affermato Murad Hussain, partner del prestigioso studio legale internazionale Arnold & Porter. Secondo un’indagine pubblicata nel 2020 dalla rivista di economia Forbes, i debiti della Trump Organization verso i suoi creditori ammonterebbero ad almeno 1 miliardo di dollari e rappresentano il maggior rischio per l’azienda.  

Secondo i media, l’opinione pubblica comincia a dubitare della filantropia di cui Trump si è sempre vantato. Non sorprenderebbe più di tanto se avesse usato l’organizzazione per gestire i suoi affari, come le ultime vicende del suo mandato hanno dimostrato.