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Due giorni fa, il gruppo indigeno canadese Lower Kootenay ha annunciato di aver trovato nella British Columbia i resti di 182 persone sepolte nei pressi di un ex collegio per bambini indigeni. Si tratta del terzo ritrovamento fatto nel giro di un mese.

La prima macabra scoperta è stata fatta a fine maggio, vicino alla Indian Residential School di Kamloops, sempre nella British Columbia. In quell’occasione sono stati ritrovati 215 corpi di bambini in una fossa comune. I bambini erano stati vittime di abusi e una serie drammatica di violenze fisiche e psicologiche.

Il secondo ritrovamento è stato fatto dal gruppo indigeno dei Cowessess nei pressi del luogo dove una volta sorgeva la Indian Residential School di Marieval, nella provincia di Saskatchewan. Lì sono state scoperte ben 751 tombe anonime. I collegi come questi, servivano ad ospitare bambini indigeni con lo scopo di rieducarli e sradicarli dalla loro cultura mettendo in atto una vera e propria assimilazione culturale. I bambini venivano spesso prelevati con la forza dalle loro famiglie per poi trascorrere anni di privazioni, malnutrizione e violenze. Le strutture che li ospitavano spesso presentavano scarsissime condizioni igieniche e gli allievi subivano ripetuti abusi fisici e sessuali. Secondo diversi critici e capi indigeni, queste tre scoperte purtroppo non saranno le ultime.

Per quanto riguarda il ritrovamento più recente, i Lower Kootenay hanno riferito in una conferenza stampa che i corpi erano stati sepolti a circa un metro di profondità, vicino alla scuola St Eugene’s Mission, gestita dalla chiesa dal 1912 fino agli anni 70. È ancora da accertare quanti dei 182 corpi appartengono ai bambini che frequentavano il collegio, soprattutto perché vicino si trova un cimitero del 1865.

Alla luce degli ultimi fatti, Papa Francesco ha deciso di ricevere una delegazione di indigeni tra il 17 e il 20 dicembre prossimi allo scopo di avviare un processo di “dialogo e guarigione”. Della delegazione faranno parte anche alcuni anziani che sono stati allievi presso gli istituti. Il Papa aveva commentato l’accaduto circa un mese fa, in occasione di un Angelus: “La triste scoperta accresce ulteriormente la consapevolezza dei dolori e delle sofferenze del passato. Le autorità politiche e religiose del Canada continuino a collaborare con determinazione per fare luce su quella triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e guarigione. Questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi per allontanarci dal modello colonizzatore e anche delle colonizzazioni ideologiche di oggi e camminare fianco a fianco nel dialogo e nel rispetto reciproco e nel riconoscimento dei diritti e dei valori culturali di tutte le figlie e i figli del Canada”.