È deserta, tutta Haiti. Per le strade, c’è solo la polizia. Regna il silenzio, interrotto da sporadici spari. Così nella capitale Port-au-Prince e così nelle altre città.
Un commando di uomini armati non identificati è penetrato nella residenza del Presidente Jovenel Moïse, uccidendolo. Anche la ‘first lady’, Martine Moise, sarebbe stata ferita e poi ricoverata in ospedale. Non si sa ancora se sia morta o ricoverata da ferita grave.
L’assassinio del presidente è accaduto al culmine di giorni in cui la destabilizzazione politica ed economica nel Paese si è fortemente aggravata, essendo aumentate le violenze perpetrate dalle gang. L’assassinio è avvenuto nel cuore della notte, nella residenza del Presidente, nella capitale Port-au-Prince.
Ora, la situazione di sicurezza del Paese sarebbe sotto controllo: la polizia è stata dispiegata al Palazzo nazionale, residenza del presidente nella capitale, e nel quartiere residenziale di Petionville.
Dopo l’omicidio-colpo di stato, Claude Joseph, primo ministro uscente (che avrebbe dovuto essere sostituito dal presidente Moise proprio questa settimana, dopo solo tre mesi in carica) ha decretato lo stato d’assedio su tutto il territorio nazionale. È stato così chiuso l’aeroporto internazionale di Port-au-Prince, anche se, secondo le indiscrezioni, Martine, inizialmente data per morta, poi “pur in condizioni gravi, ancora in vita” sarebbe in procinto di essere trasferita in aereo all’estero, come ha reso noto l’ambasciatore di Haiti a Santo Domingo, nella Repubblica dominicana. Un volo dell’American Airlines partito da Fort Lauderdale, in Florida, è stato così costretto a rientrare nella città di partenza. Tutti i voli, per ora, sono annullati, al fine di proteggere il personale, i passeggeri e gli equipaggi.
42esimo presidente della storia di Haiti, Moise era stato eletto nel 2016 e aveva 52 anni.