La Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen lancia un ultimatum di sapore dittatoriale al Presidente dell’Ungheria Viktor Orbán, riguardo la legge che questi ha emanata per “proteggere i minori dalla pedofilia e dalla pornografia”.

Per la Von der Leyen si tratta però di “violazione del diritto dell’Ue e dei diritti dei cittadini Lgbtq+”, e giovedì pomeriggio il Parlamento l’Ue voterà una risoluzione sulla nuova legge ungherese tanto scomoda ai Consiglio.

Autoritaria e tagliente, la Von der Leyen annuncia di “aver aperto circa 40 procedure d’infrazione legate al rispetto dello stato di diritto europeo” e di vedere nella legge di Orban una “discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale che va contro i valori fondamentali dell’Unione Europea.”

Difesa dalle forze nazionaliste e conservatrici la legge di Budapest è entrata in vigore mercoledì, vieta la diffusione ai minori di contenuti o rappresentazioni in cui si parli di omosessualità, ma per la comunità Lgbtq+ ne discrimina i diritti.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che «se l’Ungheria non aggiusterà il tiro, la Commissione userà i poteri ad essa conferiti in qualità di garante dei trattati».

Il portavoce di Orbán ha replicato che «Il cosiddetto dibattito al Parlamento Ue sulla legge sulla protezione dell’infanzia in Ungheria è stata una parata da circo, un nuovo livello di imperialismo coloniale e morale, un attacco all’Ungheria e Orbanofobia».

Hidveghi Balazs, eurodeputato di Fidesz, il partito di Orban, ha poi risposto alle recenti accuse del Premier Olandese, Rutte, il quale, in quanto omosessuale, aveva duramente attaccato Orban: «I Paesi Bassi hanno chiaramente un problema di stato di diritto, il giornalista Peter R. de Vries è stato colpito alla testa. Solo per aver fatto il suo dovere di giornalista. Questo è un chiaro attacco alla libertà di stampa; per questo Rutte, dovrebbe occuparsi del proprio Paese invece di pensare a mettere in ginocchio l’Ungheria».

Tranne Lega e Fratelli d’Italia, la maggior parte degli eurodeputati ritiene, come la presidente Von der Leyen, che l’UE debba attuare severi provvedimenti contro l’Ungheria. Giovedì pomeriggio la seduta plenaria del Consiglio voterà una risoluzione sull’Ungheria, accusata di violazioni del diritto dell’Ue e dei diritti dei cittadini Lgbtq+.

Judit Varga, ministra della Giustizia ungherese, ha assicurato che la legge non sarà ritirata; Gergely Gulyas, capo di gabinetto del premier Ungherese, ha denunciato da parte dell’Ue «una campagna senza precedenti» sottolineando che «Bruxelles non può dire chi dovrebbe crescere i bambini e come».