Francesco Pontelli – Economista

da ilpattosociale.it 

Ogni persona legittimamente propone le proprie idee in qualsiasi ambito supportandole con visioni ideologiche, politiche e “valoriali” magari anche attraverso dati statistici a conforto delle tesi proposte. Il confronto con le posizioni avverse molto spesso scatena discussioni anche accese le quali hanno tuttavia il vantaggio di non presentare l’onere di alcuna tesi finale quando invece trovano nel semplice confronto la propria stessa ragione d’essere.

In ambito parlamentare, invece, una discussione relativa ad argomenti e tematiche condivise per la loro importanza deve necessariamente trovare una sintesi con l’obiettivo di ottenere la massima maggioranza possibile disponibile al momento della sua votazione ed approvazione. Questa rappresenta una delle prime espressioni dell’essenza democratica stessa in quanto l’obiettivo rimane quello di approvare la legge e non semplicemente un gioco vanaglorioso di chi la propone.

Sembra incredibile come si registrino invece, ancora oggi, il costante arroccamento e la totale chiusura a qualsiasi modifica, anche minima, del Ddl Zan dimostrata dai partiti proponenti. Un comportamento espressione implicita di una totale mancanza di flessibilità mentale a conferma di una sostanziale presunzione di correttezza e quindi insindacabilità della legge stessa ma soprattutto della superiorità del proprio pensiero.

Se infatti l’obiettivo fosse veramente quello di offrire una ulteriore tutela normativa attraverso il Ddl Zan allora, confidando una minima sensibilità, lo stesso autore e promotore della legge si adopererebbe con l’obiettivo di trovare un ragionevole accordo invece di andare in Parlamento “incrociando le dita”, come lui ha affermato in relazione alla possibile mancanza di una maggioranza parlamentare per l’approvazione.

Emerge, quindi, evidente come sempre più l’interesse da tutelare con la legge venga viceversa utilizzato semplicemente come uno strumento per affermare la propria supremazia ideologica e della compagine politica che lo sostiene. L’ennesima conferma di come l’insieme del variegato panorama politico autodefinitosi progressista non possa venire più identificato come il titolare e proponente di una visione politica con priorità valoriali ben definite. Al contrario, semplicemente in modo assolutamente autoreferenziale, lo stesso si considera l’unico titolare della verità assoluta e disprezzi tutto quanto sia al di fuori del proprio perimetro ideologico, da combattere, come la chiusura a qualsiasi modifica del Ddl Zan conferma.

In questo modo “il mondo progressista” si dimostra fortemente oppositivo alla stessa dinamica della democrazia all’interno della quale si dovrebbe tendere sempre al raggiungimento di una più ampia possibile maggioranza specialmente per le tematiche sociali.

Proprio i promotori del Ddl Zan sic et nunc si dimostrano i veri nemici del nostro sistema democratico in quanto accecati dalla propria presunzione ed intendono imporre le proprie idee invece di accettare la ricerca di una sintesi condivisa. Andrebbe ricordato a lor signori come il Parlamento non rappresenti un luogo per il gioco di bimbi presuntuosi e viziati.