Come sostegno al popolo cubano, l’amministrazione di Joe Biden ha intrapreso la prima grande azione contro gli elementi del regime comunista responsabili delle loro azioni di repressione che violano i diritti fondamentali dell’essere umano.

Sanzioni sono state imposte dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti al generale dell’esercito Alvaro López Miera, capo delle forze armate rivoluzionarie, descritto come leader di una unità i cui membri hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani. Inoltre sono state emanate sanzioni estese ad una intera divisione delle forze speciali del ministero dell’Interno cubano, coinvolte nella repressione delle manifestazioni antigovernative attraverso violenti scontri con i dimostranti disarmati.

Tutto il mondo ha potuto vedere, attraverso le immagini dei social media, come il regime comunista abbia schierato “delinquenti” armati di bastoni insieme alla polizia antisommossa per affrontare i manifestanti pacifici, o vedere come le forze armate rivoluzionarie cubane abbiano portato via le persone dalla strada nel cuore della notte conducendoli direttamente in prigione. I video, girati dagli stessi manifestanti, hanno mostrato il tipo di abusi mettendo in luce un regime moralmente fallito che gli emigrati cubani all’estero conoscono molto bene.  

Le detenzioni dello stato cubano sono spesso extragiudiziali e oscure. Le persone scompaiono all’interno di un sistema carcerario che non rispetta affatto giusti processi.

“Questo è solo l’inizio”, ha dichiarato il presidente Biden, “Gli Stati Uniti continueranno a sanzionare gli individui responsabili dell’oppressione del popolo cubano”, ha affermato esprimendo una forte condanna per le detenzioni di massa e per i processi farsa.

Dopo aver promesso in campagna elettorale del 2020 di invertire alcune delle politiche cubane, questo è un segnale che indica l’improbabilità di Biden di ammorbidire le relazioni degli Stati Uniti con Cuba, così come aveva fatto il suo predecessore Donald Trump che aveva annullato la distensione tra i due paesi durante l’era di Obama.

I disordini a Cuba hanno introdotto un senso di urgenza nella revisione della politica cubana da parte dell’amministrazione Biden, concentrato finora sulla ripresa economica interna, sulla pandemia da coronavirus e soprattutto sulle sfide estere come Cina e Russia.

Biden ha ribadito che la sua intelligence sta cercando un sistema per aiutare i cubani a riguadagnare l’accesso ad Internet dopo la limitazione imposta dal regime all’accesso delle piattaforme di messaggistica. Liberare Internet rappresenterebbe una svolta contro la chiusura totale che, lasciando trasmettere in live streaming, mostrerebbe al mondo la realtà del comunismo cubano. Gli hacker cubani, anche quelli pieni di risorse, non riuscirebbero a farlo senza l’aiuto tecnico americano. Una misura simile a quella adottata durante la guerra fredda, dove gli Stati Uniti trasmettevano la Voce dell’America alle nazioni del blocco sovietico.

L’obiettivo è anche determinare come i cubano-americani possano inviare denaro alle famiglie che risiedono ancora sull’isola, senza farvi mettere mano al governo cubano.

Secondo il comunicato stampa della Casa Bianca, il progresso della dignità umana e della libertà è una priorità assoluta dell’amministrazione Biden, che vuole fare pressione sul regime cubano affinché rilasci immediatamente i prigionieri politici detenuti ingiustamente e consenta al popolo cubano di godere dei suoi diritti fondamentali.