Il dramma dell’atleta bielorussa Tsimanouskaya a Tokyo e la morte del 26enne Vitaly Shishov, attivista bielorusso in Ucraina, ci ricordano il terrore che regna in Bielorussa.

Shishov, che viveva a Kiev dall’autunno del 2020 quando le proteste antigovernative e la repressione dei manifestanti erano in pieno svolgimento in Bielorussia, era stato denunciato ieri come disperso dalla sua partner dopo non essere rientrato dall’attività di jogging mattutina e senza essere più raggiungibile sul suo telefono.

È stato trovato oggi dalla polizia morto impiccato in un parco della capitale ucraina non lontano da dove viveva. Era a capo di una organizzazione chiamata Belarusian House, con sede a Kiev in Ucraina, con la quale aiutava i suoi compatrioti a fuggire dalla repressione sempre più brutale, fornendo consulenza su alloggi, lavoro e questioni legali.

La polizia ucraina ha dichiarato in una nota, che è stata aperta un’indagine per omicidio. Alcuni segni sul suo viso indicano che è stato picchiato e gli inquirenti non escludono che sia stato ucciso e che la sua morte sia stata fatta sembrare un suicidio. Non è stato rubato nulla e indossava abiti normali che le persone usano per allenarsi.

Era sotto sorveglianza, e alla polizia Shishov aveva recentemente riferito di essere stato seguito da “sconosciuti” durante le sue corse, e in alcuni casi avvicinato per cercare di iniziare una conversazione. Sapeva di essere braccato dopo che le forze di sicurezza ucraine l’avevano avvertito che agenti speciali bielorussi si stavano intrufolando nel paese spacciandosi per rifugiati. Lui però trattava le minacce di possibile rapimento o uccisione con coraggio e umorismo.

“Non c’è dubbio che Shishov sia morto in un’operazione condotta dalla polizia segreta bielorussa”, ha dichiarato Yury Shchuchko, un portavoce dell’organizzazione Belarusian House. Aiutava i bielorussi in fuga dalla persecuzione ed era pericoloso per il regime. “Siamo stati avvertiti di stare più attenti, perché qui opera una rete di agenti del KGB bielorusso e tutto è possibile”, ha continuato Shchuchko, aggiungendo che Shishov gli avrebbe chiesto di prendersi cura dei suoi cari nei giorni precedenti, come se avesse avuto una premonizione.

Il presidente Lukashenko, noto oramai come l’ultimo dittatore d’Europa, ha promesso di continuare quella che ha definito una “operazione di rastrellamento” contro gli attivisti della società civile che ha denunciato come “banditi” e “agenti stranieri”. Lukashenko sta affrontando mesi di proteste innescate dalla sua assegnazione di un sesto mandato che opposizione e governi occidentali hanno dichiarato ampiamente “truccato”.

Il capo della polizia nazionale ucraina Igor Klymenko, ha dichiarato ai giornalisti che sono state effettivamente scoperte delle ferite sul corpo di Shishov, come pelle graffiata sul naso rotto, un taglio sul labbro e una ferita al ginocchio sinistro.

“I bielorussi non possono essere al sicuro nemmeno all’estero finché ci sono quelli che stanno cercando di infliggere loro vendetta”, ha dichiarato l’atleta Krystsina Tsimanouskaya in attesa di entrare in Polonia dopo il rilascio del visto umanitario. “Quando una mosca entra in una rete, più si muove e più rimane impigliata. È così che funziona la vita”, questo è quello che i funzionari bielorussi hanno detto alla velocista Tsimanouskaya prima di portarla con la forza in aeroporto.

La portavoce dell’Ufficio per i diritti umani della Nazioni Unite, Marta Hurtado, ha dichiarato da Ginevra la speranza che le autorità ucraine conducano un’indagine approfondita e imparziale. Mentre Svetlana Tsikhanouskaya, la leader dell’opposizione in esilio che si ritiene abbia largamente battuto Lukashenko alle ultime elezioni, dovrebbe incontrare oggi il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere del deterioramento della situazione in Bielorussia.