di Vittorio Volpi

Per iniziare e’ doveroso un ricordo al Dr. Gino Strada, eroe civile che tanto ha dato all’Afganistan ed ai martiri afgani durante 20 anni di guerra. Nel suo libro “Papagalli verdi” ha scritto:”tutte le guerre sono un orrore”. La nostra speranza di oggi e’ che alla fine del conflitto civile in atto nel ventennio che si sta concludendo, durante il quale gli avversari, di fatto, erano le truppe alleate (americani, europei etc), i leaders talebani usino il buonsenso e non rinstaurino il regime adottato nel quinquennio 1996-2001 quando furano al governo, finanziati dai fondi USA e dal commercio dell’oppio. Sopratutto non ricadano nel Medioevo dal quale, in realtà’, non sembrano essere mai usciti. Ci sono alcuni segnali allarmanti: un esempio? la dichiarazione che “l’Emirato Islamico dell’Afganistan”(denominazione da loro scelta per il paese) sarà’ retto dalla filosofia dell’Islam. Certamente non sarà’ uno stato secolare dove la chiesa ed il potere civile sono separati, ma saranno i Mullah a governare.

immagine Pixabay (Gordon Johnson)

Nel 1996 fu proprio dichiarato l’Emirato islamico e fu imposta la Sharia basata sulle leggi islamiche che prevedono una serie di punizioni corporali, tra cui fustigazioni, amputazioni e persino esecuzioni di massa. Inoltre alle donne venne imposto il Burca e bandite dall’istruzione.

Il loro manicheismo religioso si e’ spinto fino alla distruzione di due importanti statue , i grandi Buddah di Bamiyan, considerati blasfemi in base ad un’interpretazione radicale del Corano (divieto di forma di credo religioso alternativo). Un danno irreparabile per l’intera umanità’ , paragonabile ad un assurdo smantellamento della “Pieta”‘ di Michelangelo o dei “Bronzi di Riace”.

I Talebani di oggi sapranno adeguarsi al 21esimo secolo? Potranno cambiare la loro mentalità’? Noti come “tagliagole” montanari adotteranno ai giorni nostri la saggezza sufficiente a governare 39 milioni di abitanti?  In un paese socialmente complesso da etnie, clan.

Risposte a questi interrogativi le ha date la Senatrice italiana Bonino che ha vissuto sei mesi in Afganistan:” NO, io non conosco nessun Talebano moderato.” Altri interrogativi sono relativi alle persone che attualmente reggono le redini del paese,. Quale e’ il loro background`? Da dove vengono? Che cosa hanno fatto negli ultimi anni? Il loro movimento, quindi le loro radici, si basa sulla “Jihad” la guerra santa contro l’invasione sovietica degli anni ’80. A quel tempo furono finanziati da Washington (more solito) . Alla fine del ’94 il Mullah Omar insieme al suo vice, il Mullah Abdul Ghani Bazadar (possibile prossimo leader) reclutarono presso le scuole religiose (le madrasse) di Kandahar , i missionari per un’impresa epica. In un primo momento le classi dirigenti afgane li accolsero con favore in quanto promisero di porre fine alla frammentazione terrificante della guerra civile interna. Erano uomini primitivi in sella a moto Honda con i kalashnikow  a tracolla.Erano violenti ed adottavano la legge islamica ma  legata ad ancestrali tradizioni tribali. Sicuri di se stessi e della loro vittoria finale.

L’attacco di Osama Bin Laden alle torri gemelle fu lo spartiacque : gli Americani li costrinsero a fuggire ed a rifugiarsi sulle loro montagne oppure nei “santuari” pachistani. Ma ritornato all’attacco nel 2006. La loro fortuna non fu pero’ la loro forza, ma l’orientamento politico degli Stati Uniti. Dal primo decennio degli anni ’90, cominciarono a montare sempre più’ le pressioni affinché’ i soldati americani ritornassero a casa. Una conferma nei polls di quei tempi e la domanda dei cittadini a stelle e strisce:”perché’ mandare a morire i nostri figli non si sa dove, ne’ si sa perché’ e sopratutto senza nessun beneficio per il paese?”

La guerra in Afganistan e’ stata la causa di 250mila morti tra civili e militari (2.400 le vittime americane) ed e’ costata più’ di 2 mila miliardi di dollari (l’equivalente del PIL di paesi come l’Inghilterra , l’Italia che, da sola, ha esborsato 8 miliari di dollari e piange 53 caduti).

Le pressioni per un ritiro sono continuate negli USA sotto la presidenza di Bush Junior ed Obama, ma la decisione finale e’ stata di Trump poi “predata” dal suo successore Biden (attuale presidente noto come “old Jo) che maldestramente ha formalizzato la data: il ventesimo anniversario dell’abbattimento delle Torri Gemelle. Biden, il cui indice di gradimento popolare e’ in continua discesa, si e’ reso colpevole di cio’ che e’ stato paragonato ad “un esercizio di ginnastica a cavallo, tutto perfetto nei volteggi, tranne l’uscita disastrosa”. Ha ignorato le voci del Pentagono che lo mettevano in guardia su una possibile presa di Kabul da parte dei Talebani in poche settimane. Difficile evitare il disastro, ma prima del ritiro delle truppe avrebbe dovuto evacuare i quasi 50 mila americani presenti in Afganistan ed i locali che collaboravano con loro. Ora e’ troppo tardi.

Anche per i Talebani le cose non sono facili, nonostante la vittoria. Prima di  tutto e’ necessario un riconoscimento internazionale ufficiale e stanno già’ facendo le loro avances verso Pechino e Mosca. C’e’ poi il problema di mezzo milione di profughi che la Turchia rifiuta. L’altra possibile destinazione e’ il Pakistan per il quale l’Europa sarebbe disposta a stanziare finanziamenti, ma e’ una potenza nucleare, nemico dichiarato dell’India , “lunga mano” della Cina, e teme che il jihadismo talebano sollevi di suoi ultras. Non si possono neppure trascurare le preoccupazioni della Cina a proposito delle bande di ribelli uiguri che potrebbero trovare un appoggio nei Talebani.
Si sta correndo un alto rischio: il prolungamento di una guerra in quello che tutti finalmente si auspicherebbero un periodo di pace.