Pensiero del giorno
Si discute sulla votazione furbescamente chiamata “matrimonio per tutti”. Ma questo non è il tema principale su cui dobbiamo esprimerci. Questa nuova legge mi interroga e mi preoccupa perché pone ben altre domande etiche. É giusto che una coppia di lesbiche abbia il diritto di procreare un bambino con il seme di un uomo che poi non diventerà mai suo papà? Un papà biologico che non avrà mai nessuna responsabilità, diritto o dovere. Quale sarà il prossimo passo? Forse il diritto di procreare dei figli per una coppia omosessuale che evidentemente questa legge discriminerebbe rispetto a una coppia lesbica che può farlo?
La nuova legge “matrimonio per tutti” sulla quale ci esprimeremo, cancella definitivamente ed espressamente dal nostro codice civile la parola padre e il concetto di filiazione. Si utilizzerà in futuro solo il termine generico genitore. Va bene così? Ognuno può rispondere come vuole ma non nascondiamoci che questa è, e rimane, l’enorme domanda su cui dobbiamo riflettere. Niente a che fare con il matrimonio e le sue conseguenze giuridiche ma molto, moltissimo a che fare con i bambini procreati su desiderio di una coppia lesbica senza poi però che il bambino abbia mai nella vita un padre.
Marco Chiesa
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Un nome furbesco per l’iniziativa? La politica è fatta anche di certe astuzie. Per “vincere” bisogna fare questo e altro.
Gli omosessuali sono stati, per secoli e secoli, discriminati. Visto che siamo nell’anno di Dante, si potrebbe citare anche Dante. Oggi la percezione sociale (maggioritaria) dell’omosessualità è cambiata e anche le leggi sono cambiate. È un fatto.
Ma il punto toccato da Chiesa nella sua riflessione è diverso. Un padre unicamente biologico non è un vero padre. Dunque un bambino nella situazione evocata non avrà un padre.
Ma indiscutibilmente quel bambino porterà in sé le caratteristiche genetiche del padre: sarà “per metà” quel padre, che non farà mai parte della sua vita.
A molte persone (ma non sappiamo dire quante) ciò sembra andare contro natura.