Oggi il Comitato per il NO all’iniziativa “Matrimonio per tutti” si è presentato alla stampa a Lugano, nella Sala san Rocco. Hanno parlato Marco Romano, PPD, consigliere nazionale; Piero Marchesi, presidente UDC Ticino, consigliere nazionale; Edo Pellegrini, presidente UDF Ticino, granconsigliere UDC; Pietro Vanetta, presidente AGNA, Ass. Genitori Non Affidatari. Del Comitato fanno parte anche Fabio Regazzi, PPD, consigliere nazionale, e Alberto Siccardi, imprenditore, vice presidente di Area Liberale.

Eravamo annunciati alla CS ma un imprevisto contrattempo ci ha impedito di partecipare.

Consideriamo la presente votazione molto importante (e molto difficile). Noi sosteniamo senza esitare quella che oggi appare essere la posizione minoritaria ma, per par condicio, non imporremo alcuna condizione sugli articoli da pubblicare (a parte la correttezza e la civiltà del linguaggio).

Pubblichiamo qui per esteso gli argomenti fondamentali degli oppositori.

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«Matrimonio civile per tutti»

Il “matrimonio per tutti”, compresa la donazione di sperma per le coppie lesbiche, porta all’assenza del padre omologata dalla legge e a un’apertura sconsiderata della medicina riproduttiva. Si consolida e istituzionalizza il falso “diritto ad avere un figlio”. L’apertura alle coppie lesbiche genera una nuova discriminazione nei confronti delle coppie gay preludio della successiva apertura alla maternità surrogata. Tre diversi comitati con parlamentari del PPD/Il Centro, EDU, PEV e UDC hanno quindi lanciato il referendum.

«Unione domestica tra uomo e donna»

L’attuale matrimonio civile non è soltanto un riconoscimento pubblico dei sentimenti reciproci. In effetti, il suo scopo è l’iscrizione della filiazione in un’istituzione stabile, in particolare per la protezione della madre (matri-monium) e del bambino. In tal senso il matrimonio civile è normato per la fondazione della famiglia. Per questo motivo il Tribunale federale e il Consiglio federale hanno sempre interpretato il diritto al matrimonio come un’unione permanente tra una donna e un uomo (articolo 14 della Costituzione federale), e per questo motivo nel 2004 è stata introdotta un’altra normativa (UDR) per unioni tra persone dello stesso sesso. Se ci fossero discriminazioni legate alla differente legislazione, potrebbero e dovrebbero essere risolte nel quadro di una modifica dell’unione domestica registrata.

«Nessuna discriminazione»

Il “privilegio” del matrimonio tra un uomo e una donna e la possibilità della filiazione si basano, su fatti biologici. Questa non è discriminazione. Si segue semplicemente la natura biologica, che ha stabilito che solo l’unione tra due sessi diversi può portare ad una filiazione.

Ridefinire il matrimonio è sproporzionato e irrispettoso di questo istituto fortemente radicato nella nostra società: nel 2020 in Svizzera si sono sposate 34’940 persone, contro sole 645 che hanno contratto un’unione registrata.

No al matrimonio per tutti
Un manifesto che ha suscitato vive reazioni (ma forse è un bene)

«Espansione incostituzionale della donazione di sperma»

E’ impossibile affrontare il dibattito sul «matrimonio per tutti» eludendo le conseguenze, che sono la filiazione e l’accesso alla procreazione assistita (PMA).

Contrariamente all’intenzione originale del Consiglio federale, la modifica di legge in votazione consente difatti la donazione di sperma per le coppie lesbiche. Questo significa che il “matrimonio per tutti” viola crassamente l’articolo 119 della Costituzione federale che permette la procreazione medicalmente assistita alle coppie eterosessuali solo in caso di infertilità o di rischio di gravi malattie.

Definire per comodità le coppie lesbiche come “non fertili” contraddice la realtà biologica e introduce una nuova discriminazione tra coppie gay e coppie lesbiche. Nel caso specifico non ci troviamo di fronte a infecondità o malattia, ma a un desiderio (legittimo, ma individuale) trasformato in un diritto collettivo. Il pensiero del “diritto a un figlio” si consolida e istituzionalizza. Concedere la procreazione medicale a coppie di donne porterà alla legittima richiesta anche da parte di coppie di uomini. Con questa nuova disparità si apre quindi la porta alla maternità surrogata (l’utero in affitto).

«A farne le spese sarà il bene dei minori»

La donazione di sperma, da eccezione e ultima ratio medica diventerà un diritto, senza alcuna considerazione per i bambini e le generazioni future.

Ma nessuno possiede il diritto al bambino; al contrario, vi sono i diritti del bambino. In tal senso, il matrimonio civile non conferisce alcun diritto al figlio, ma è istituito per la protezione dei figli nati da un’unione coniugale. Nell’interesse superiore del bambino e per il suo bene, ci si oppone in modo generale all’accesso alla PMA (anche) per le coppie dello stesso sesso, in considerazione del diritto del bambino alla conoscenza della propria ascendenza genetica e di crescere con due genitori biologicamente complementari.

Per lo sviluppo psicosociale della persona per la formazione della sua identità, il ruolo dei genitori (padre e madre) è fondamentale dalla nascita fino alla sua età adulta.

La pedagogia infantile e decenni di psicanalisi sono unanimi nell’affermare che la coppia genitoriale è portatrice di cura, protezione e affetto (funzione materna) e, allo stesso tempo, di giustizia ed equità (funzione paterna). Solo Il loro connubio permette una cura adeguata.

Inoltre, con la nuova legge il padre è trasformato in semplice donatore di sperma, esentato da ogni responsabilità.

«La maternità surrogata sarà la prossima concessione!»

Poiché con la modifica di legge in votazione il termine “infertilità” è reinterpretato in modo incostituzionale come “desiderio insoddisfatto di avere figli”, anche altri gruppi (single, coppie gay) potranno riferirsi al loro desiderio insoddisfatto di avere figli e le richieste di donazione di ovuli e di maternità surrogata eticamente discutibili seguiranno molto presto. Si apre definitivamente la porta alla maternità surrogata e all’utero in affitto, con tutte le conseguenze che ne derivano in tema di protezione della madre e del bambino.

Ciò che anche a livello internazionale (dove è già introdotta tale possibilità) si sta dimostrando come contrario al bene del bambino e della donna.

Pertanto, il comitato referendario raccomanda di votare NO