Mancano solo sei giorni al ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti. Il 46esmo presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per declassificare i documenti relativi agli attacchi.

Questa decisione sancisce un momento significativo nella lunga lotta tra il governo e le famiglie delle vittime, poiché queste, da anni, chiedono al governo di revisionare le informazioni classificate sull’attentato, sperando di coinvolgere il governo saudita.

Proprio per questo il comitato delle vittime dell’attentato islamico, aveva chiesto che Biden non partecipasse alla cerimonia commemorativa, dichiarando:

“Biden si astenga dal partecipare alla cerimonia commemorativa a Ground Zero nel ventesimo anniversario degli attentati dell’11 settembre se non avrà ancora provveduto a far divulgare i documenti e le informazioni relative agli attacchi di cui da tempo si chiede la pubblicazione al fine di garantire la massima trasparenza sulla vicenda”.

Più di 1.600 persone avevano sottoscritto la lettera. Così Joe Biden, ha ordinato al dipartimento di Giustizia e ad altre agenzie governative Usa di riesaminare i documenti dell’Fbi sugli attentati, così da poterli declassificare entro sei mesi. Per la prima volta nella storia, il segreto dal materiale sulla possibile complicità dell’Arabia Saudita con i 19 dirottatori aerei, 15 dei quali erano sauditi, sarà riesumato.

A vent’anni dall’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono dell’11 settembre 2001, l’anniversario si celebrerà tra le polemiche e per la prima volta cadrà in mezzo (o a conclusione) dell’infernale e disastroso ritiro dell’Afghanistan, dove gli Stati Uniti hanno combattuto contro Al Qaeda la loro guerra più lunga, scegliendo, per alcuni di perderla.