Si trovi una soluzione per gli allevatori di montagna minacciati dalle predazioni del lupo
INTERROGAZIONE
“Se Berna non allenterà l’eccessiva protezione del lupo, i nostri alpeggi ben presto moriranno” è il commento del consulente agricolo del Moesano a seguito dell’ennesimo attacco del lupo a un gregge di pecore nella regione. “Abbiamo ritrovato sei carcasse di capre.” è la recente denuncia di un allevatore e gestore dell’Alpe di Sfille, sopra Cimalmotto, a 1.666 metri di quota, riferendosi chiaramente al lupo che, ancora una volta, ha preso di mira un’attività del settore.
Diverse associazioni che rappresentano i contadini e gli allevatori di montagna lamentano l’eccessiva protezione del lupo da parte della Confederazione. Questo aspetto provoca, oltre alla morte di diversi animali da reddito, maggiori costi per la protezione delle greggi e un peggioramento generale dell’attività agricola. In alcune zone del paese l’attività legata alla pastorizia di montagna, già compromessa dalle difficili condizioni lavorative, è ora minacciata dall’importante ritorno del lupo.
Chiedo al Consiglio federale:
1. Oltre a pagare i danni e a sostenere finanziariamente le attività di prevenzione delle greggi, cosa intende fare per salvaguardare l’attività pastorizia di montagna?
2. A un anno dal rifiuto popolare della Legge sulla caccia – che avrebbe verosimilmente migliorato la regolamentazione del lupo e fornito risposte più concrete – cosa intende fare per, da una parte rispettare la volontà popolare e dall’altra offrire una risposta al settore degli allevatori di montagna che soffre pesantemente il problema?
3. A fronte delle numerose lamentele da parte degli allevatori di montagna, non ritiene l’azione della Confederazione in collaborazione con i Cantoni poco efficace e verosimilmente contributo alla dismissione definitiva di molte attività importanti per la cura del nostro territorio?…
Piero Marchesi, deputato UDC al Nazionale