di Francesco Pontelli, economista

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olimpiadi cortina pontelli
Pixabay (kordula vahle)

Dalla prima e dalla terza pagina del Il Sole 24 Ore di martedì 21 settembre emerge evidente come per le opere infrastrutturali legate alle prossime Olimpiadi di Cortina d’Ampezzo del 2026 il ritardo venga considerato possibile per la variante di Longarone. Questa, però, diventa una certezza per la realizzazione della galleria progettata da via Delle Guide Alpine in considerazione della invasività e difficoltà di realizzazione dell’opera.

Fino ad ora i responsabili istituzionali e politici e dei vari enti preposti alla realizzazione delle opere legate alle Olimpiadi 2026 avevano assicurato il rispetto delle tempistiche anche con una certa indolenza. La conferma, viceversa, del ritardo ormai conclamato dimostra come questi abbiano finora semplicemente “giocato” in considerazione degli evidenti ritardi accumulati.

Di fronte ad uno scenario disastroso, come dettagliatamente riportato da Il Sole 24 Ore del 21 settembre, il presidente del Coni assieme a cento persone dello staff nell’ultimo week end (17/19 settembre) ha “giocato” al curling e cenato in quota in Faloria, come se tutto andasse secondo i programmi, per la modica cifra di 70.000 euro a carico della fondazione la quale, non avendo ancora proprie risorse, ha aperto una linea di credito (fonte Il Fatto Quotidiano). Ennesima ed amara dimostrazione di come la complessa gestione della “macchina olimpica ampezzana” sia diventata decisamente un gioco politico-amministrativo romanocentrico assolutamente svincolato dalle complesse realtà montane.

Questo impietoso scenario di distacco tra la dirigenza e la realtà ampezzana declina, poi, inesorabilmente anche verso il grottesco. Ritornando alla cruda realtà, infatti, a fronte di una situazione diventata problematica e prossimamente imbarazzante l’Anas richiede la nomina di un commissario con l’obbiettivo di velocizzare l’iter burocratico delle opere la cui tempistica preoccupa quanto, se non di più, della stessa loro realizzazione.

Sembra incredibile come “tali signorotti” si dimostrino sicuri della insindacabilità del proprio operato in quanto viene candidamente omesso il fatto che già ci fosse stato un commissario per la realizzazione degli interventi straordinari in previsione delle Olimpiadi 2026. Il suo nome è Claudio Andrea Gemme ed è, guarda caso, anche l’attuale presidente della stessa “richiedente” Anas (una contraddizione in termini oltre che una mancanza di sensibilità istituzionale). Il presidente dell’Anas si palesa in forma di commissario nella Conca ampezzana ogni due o tre settimane dedicando solo poche ore alla funzione commissariale. Emerge quindi evidente come il suo apporto relativo alla velocizzazione risulti nullo in considerazione anche dell’ennesimo allarme “ritardi” di questi giorni tanto da chiedere addirittura una ulteriore figura professionale a supporto del presidente dell’Anas presieduta dallo stesso commissario incaricato. La commedia del grottesco così manifesta pur nello splendido teatro della conca.

La responsabilità, in questo caso, dei mancati traguardi raggiunti e della nomina dell’attuale inutile commissario quanto del ritardo certificato dei lavori straordinari di viabilità va attribuito interamente alla classe politica regionale e statale e alla dirigenza del CONI unito allo staff “manageriale” nominato ad hoc per le Olimpiadi 2026, fondazione in primis.

Cortina d’Ampezzo merita di meglio di questo disarmante teatrino offerto da simili attori che la riducono ad un parco giochi di interessi lontani e spesso anche persino concorrenti.