In seguito alle tombe rinvenute dei nativi americani in prossimità di scuole cattoliche, (il rinvenimento aveva scatenato una ritorsione contro le Chiese, ed alcuni estremisti avevano dato alle fiamme diversi edifici cattolici), la Chiesa cattolica del Canada ha chiesto scusa.

La vicenda degli abusi subiti dai nativi nelle scuole e collegi cattolici era stata definita vergognosa dal premier Justin Trudeau.

Oggi, la Conferenza episcopale canadese ha espresso, in una nota il “rimorso” per i maltrattamenti e la morte di migliaia di bambini autoctoni costretti a studiare nelle scuole cattoliche per ordine del Governo.

I bambini erano stati affidati alle comunità cattoliche, con il fine di essere assimilati agli immigrati europei.  

La vicenda era esplosa l’estate scorsa dopo il ritrovamento di resti umani nei pressi degli istituti.

Secondo il Sito della Santa Sede, l’impegno per la riconciliazione si respirerebbe anche nelle speranze per l’incontro di dicembre del Papa coi rappresentanti indigeni.

Ad oggi è stimato che, a partire dal 1883 fino al 1960, circa 150 mila bambini delle Prime Nazioni, Métis e Inuit furono obbligati a frequentare una di queste 139 scuole distribuite in tutto il Paese, venendo costretti a rompere il legame con le loro famiglie, con la loro lingua e cultura.

Nel 2015, dopo sette anni di ricerche da parte della Commissione per la verità e la riconciliazione del Canada, era emerso che i bambini subirono i maltrattamenti e vissero in condizioni di disagio e malnutrizione anche per causa dei mancati finanziamenti da parte del governo.

In circa 80 anni per malattie, fame, freddo e denutrizione, morirono almeno 4 mila bambini e adolescenti.