di Vittorio Volpi

la nazionale cinese 2011 – Wiki commons (Doha Plus Stadium) – https://creativecommons.org/licenses/by/2.0/deed.en

Il periodo d’oro del calcio cinese è durato lo spazio di un mattino. Ricordiamo tutti gli anni in cui calciatori ed allenatori di fama si imbarcavano per la Cina attratti non dalla qualità del calcio cinese, ma dai dollari-stipendi super. Tale epoca sembra finita. Ci sono stati degli eventi che hanno stravolto il trend favorevole. In primis una giravolta della politica che da un appoggio popolare per competere con l’Occidente è passata al chiudere i rubinetti del trasferimento di divisa estera, acquisto e stipendi ad allenatori e giocatori. Perché? Le finanze servono ad altri scopi più rilevanti per il paese. Questo è costato caro agli imprenditori cinesi che si erano esposti. Per esempio il gruppo che aveva acquistato il Milan, un grosso boccone. Gli imprenditori cinesi, non potendo trasferire altri fondi per finanziare la squadra rossonera (deficit più acquisti) e più probabilmente non li avevano,  hanno dovuto passare la mano al fondo americano Elliot Management.

Ma  il problema si è complicato anche per l’altro grande club, l’Inter. La squadra è stata acquisita dal gruppo Suning della famiglia Zhang. Apparentemente il business di Suning, stando alla stampa, non è più sotto il controllo di Zhang e quindi bisognerà vedere quello che succederà. Per ora è entrato in scena un fondo, Oakthree, americano. La storia non finisce qui, tutti sappiamo i predicamenti del gruppo immobiliare Evergrande il cui debito supera i 300 miliardi di dollari. Attualmente un grosso mal di testa per i politici di Pechino perché la bolla potrebbe innescare un effetto domino di dimensioni tipo Lehman Brothers tale da rallentare per un po’ la crescita economica cinese. Significa che la dea protettrice del calcio “Eupalla” ha lasciato l’Estremo Oriente?

Eupalla è il nome coniato del grande e compianto scrittore Gianni Brera, frutto dell’inventiva onomaturgica di una immaginaria divinità che protegge ed ispira il gioco del pallone. La risposta è “pare di si”. Come risulta dalla decisione di un grande del calcio, Fabio Cannavaro (pallone d’oro 2006) di separarsi dalla squadra del Guangzhou, il club che è stato diretto precedentemente da Marcello Lippi.

La squadra del Guangzhou è di proprietà del gruppo Evergrande, simbolo come abbiamo detto del più grande scandalo immobiliare della Repubblica Popolare, problema che non assilla solo i cinesi. Sembra che con Cannavaro ci sia la parola fine ai colpi di mercato come quelli di Pellé, Lavezzi, Paulinho, Jackson Martinez e tanti altri.

Sulla Cina, come vetrina del calcio internazionale, per ora cala il sipario in attesa che Eupalla smetta di fare le bizze e ritorni ad ispirarsi ancora per l’Impero del Centro.