Wiki commons, Zumbühl – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en

« Per Monnet, Marjolin e gli ispiratori del trattato di Roma, la discriminazione economica è un’arma politica che, da un lato, deve rinforzare la coesione della comunità [europea], dall’altra portare i contrari a pentirsene. » si legge in un rapporto del Consiglio Federale risalente al 1960.

Swissair fu vittima dell’accentramento delle regolamentazioni statali nell’allora CEE, che la escludevano dalla maggior parte delle tratte commerciali continentali che fino ad allora serviva. Nei fatti, fu la prima vittima svizzera di rilievo di quel sistema discriminatorio descritto nel 1960, tuttora vivo e che continua a produrre danni, nonostante a Berna pensino di poterli evitare pagando miliardi. E fu, prima di fallire, uno dei tanti grimaldelli usati per portare all’approvazione popolare del sempre più inutile primo pacchetto di accordi bilaterali (quello comprendente anche la libera circolazione), avvenuta il 21 maggio 2000.

Swissair sopravvisse sedici mesi a questi accordi, definiti di « capitale importanza » per « rimanere indipendente anche in futuro ». Oggi ciò che resta di Swissair è di proprietà di Lufthansa.

Ricordando Swissair, altra vittima di quel fatale 2001.

Commento di tbq

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Abbiamo scelto questo commento a causa dell’anniversario, ma soprattutto per la riflessione che esso contiene sulla “discriminazione” e sul tentativo (in genere vano) di, superarla “pagando”.